Cronache

Non vuole separarsi: si schianta contro il tir insieme alla ex moglie

I due coniugi vicentini morti a due giorni dalla separazione. L'uomo non accettava la separazione

Non vuole separarsi: si schianta contro il tir insieme alla ex moglie

Gambellara, nel vicentino: un'auto si schianta contro un tir e due (quasi) ex coniugi perdono la vita. Nessun segno di frenata sull'asfalto: il sospetto è che si tratti di un omicidio-suicidio compiuto dal marito, che si era opposto alla separazione.

Alla guida c'era Antonio Facchin, 54 anni, quando l'auto ha invaso la corsia opposta e si è scontrata frontalmente con un camion, accartocciandosi. La dinamica dell'incidente, e la mancanza di segni di frenata, fanno escludere agli inquirenti che si sia trattata di una tragica fatalità.

Sul sedile passeggeri c'era Vanna Meggiolaro, 50 anni, che aveva chiesto la separazione dal marito dopo 25 anni di matrimonio. L'udienza era fissata per due giorni dopo l'incidente, ma fin dall’inizio lui non ne voleva sapere di rompere il legame con la mamma di sua figlia. E si era opposto, ricorrendo anche alla violenza, anche se pare che alla fine si fosse rassegnato.

Ma il dubbio, al vaglio dei carabinieri, rimane: e se Facchin non avesse mai davvero accettato la rottura? E se il cambio di corsia e conseguente schianto altro non fosse che un omicidio-suicidio messo in atto dall’uomo? Così il pm Alessia La Placa ha deciso di aprire un'inchiesta.

Ora, spiega il Corriere del Veneto, spetta ai militari indagare sulla difficile e burrascosa separazione, analizzando il contenuto dei cellulari dell’uomo e della donna e sentendo e familiari. Sono già stati convocati il fratello e i genitori di Vanna Meggiolaro, oltre alla figlia della coppia.

C'erano già stati dei precedenti. Facchin, durante un incontro in studio per definire la separazione nel febbraio 2016, era arrivato a minacciare il legale della moglie con una pistola finta, ma priva di tappo rosso. Inoltre, nell'udienza preliminare fissata due giorni dopo l'incidente, l'uomo si sarebbe anche dovuto difendere dalle accuse di maltrattamenti, riferite all’ultimo anno.

Però sembrava che negli ultimi tempi la situazione fosse migliorata. "Il mio assistito era tranquillo, pareva aver finalmente accettato la fine del matrimonio – riferisce l’avvocato di Facchin, Piero Zuin – Non c’erano più motivi di pressione: era stata definita la divisione dei beni, oggi in udienza la separazione da giudiziale si sarebbe trasformata in consensuale. L'uomo si era anche trasferito altrove, lasciando alla moglie la casa nella frazione di Sorio, dove la coppia viveva con la figlia.

Eppure, martedì, quando la figlia non era riuscita a mettersi in contatto con la madre, aveva chiamato anche in studio in preda al panico: "Mamma non risponde, sono preoccupata, forse è con papà", aveva detto.

Un presentimento che si è rivelato vero.

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