Cronache

La truffa all'hotspot di Pozzallo: forniture false e fatture gonfiate

Sono sei i dipendenti del Comune di Pozzallo indagati per frode sulle forniture e fatture gonfiate nell'ambito di un'indagine sul centro d'accoglienza

La truffa all'hotspot di Pozzallo: forniture false e fatture gonfiate

Sono sei i dipendenti del Comune di Pozzallo, in provincia di Ragusa, indagati per frode sulle forniture e fatture gonfiate nell’ambito di un’indagine sul centro d’accoglienza, oggi hotspot, che ogni anno ospita migliaia di immigrati.

L'indagine, che ha visto impegnati per oltre un anno la guardia di Finanza di Pozzallo, è partita dal ritrovamento di materiale logistico destinato alla struttura, ma non presente nel centro e poi ha riguardato la verifica sulla gestione dei fondi che il ministero dell'Interno, tramite la prefettura di Ragusa, eroga per l'accoglienza e il mantenimento degli ospiti. Grazie alla ricostruzione contabile delle giacenze di magazzino, all'esame delle fatture di acquisto e ai prospetti di rendicontazione delle spese comunicate alla prefettura, gli inquirenti hanno appurato la responsabilità de sei dipendenti comunali che sono stati rinviati a giudizio per concorso in truffa e frode nelle pubbliche forniture, ai danni del ministero dell'Interno e della prefettura di Ragusa. Tutti gli indagati avevano incarichi all'interno del centro quali direttore, magazziniere, contabile, responsabile servizio amministrativo e coordinatori. Come si legge su Repubblica, è stato accertato che gli indagati hanno richiesto impropriamente a rimborso negli anni 2013 e 2014 un importo di oltre 650mila euro, certificando una distribuzione di materiale mai avvenuta.

I rimborsi accreditati in specifici capitoli di bilancio del Comune di Pozzallo venivano poi usati per spese di competenza dell'ente locale, ma non rientranti in quelle previste dalla convenzione.

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