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Indignati, non sorpresi

Berlusconi spiato dagli Stati Uniti: ecco l'ultimo tassello del complotto di Napolitano

Indignati, non sorpresi

Gli americani si sentono, e spesso lo sono, i gendarmi del mondo. E come ogni corpo di polizia hanno il vizio di tenere sotto controllo tutto ciò che accade. Spiano i nemici e origliano gli amici, perché non si sa mai cosa bolle in pentola: meglio prevenire che dover rincorrere. Così indigna e spaventa ma non stupisce che i telefoni di Silvio Berlusconi e dei suoi più stretti collaboratori come ha rivelato ieri La Repubblica fossero costantemente intercettati dagli uomini di Obama durante i mesi che precedettero la caduta dell'ultimo governo di centrodestra.Per la verità non risulta che Obama si sia dato particolarmente da fare per far cadere Berlusconi, anzi semmai fu uno dei pochi leader che nei vertici internazionali di quel 2011 prese le difese del premier italiano, arrivando a sostenere nel drammatico G8 di Cannes che «Silvio is right». È che quando si parla di servizi segreti non si può mai sapere chi lavora per chi. Non si può quindi escludere che informazioni riservate che riguardavano il governo italiano siano state utilizzate per portare a termine il complotto che sotto la regia di Giorgio Napolitano ha portato alla caduta del governo Berlusconi e all'insediamento di Mario Monti.Riepiloghiamo. In rapida successione accade che: gli americani intercettano il governo; le banche tedesche vendono titoli di Stato italiani facendo impennare lo spread; il presidente della Repubblica convince prima Fini alla scissione e poi, fallito il tentativo, sfila alla maggioranza singoli deputati, convoca al Quirinale i banchieri per preparare un nuovo governo e porta dalla sua il ministro dell'Economia Tremonti; una pm addetta all'Antimafia, Ilda Boccassini, molla la caccia ai boss e a sorpresa si appassiona a ciò che accadeva durante le cene di Arcore tra il premier e i suoi ospiti; il Tribunale di Milano accelera fuori da ogni logica e regola il processo contro Berlusconi per una presunta evasione fiscale.Solo un fesso può pensare a semplici coincidenze. Tra il 2011 e il 2012 in Italia accaddero cose gravi, molto gravi, per sovvertire la sovranità popolare. Giusto chiedere conto a Obama delle violazioni americane. Ma è troppo comodo, e facile, fermarsi lì.

Il reato di alto tradimento l'ha commesso l'allora presidente Giorgio Napolitano e un Paese appena normale lo dovrebbe portare davanti a un tribunale per rispondere del suo crimine.

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