Cronache

Iniziano le riunioni del Bilderberg: quella cena top secret a Torino

Al via la 66esima edizione del Club Bilderberg a Torino. Oltre 128 potenti all'hotel Nh Lingotto. Già ieri sera alcuni degli invitati erano arrivati in città

Iniziano le riunioni del Bilderberg: quella cena top secret a Torino

Il Club Bilderberg ha iniziato i lavori. Da oggi, all'Hotel Nh Lingotto di Torino, i grandi della finanza, della comunicazione e della politica sono al lavoro nella sala conferenze del grande complesso torinese per parlare di populismi, Russia, elezioni Usa e tanti altri argomenti. Tutti, come sempre, coperti dal totale anonimato. Segreti rimarranno i contenuti degli incontri, nonostante il Club abbia deciso di divulgare la scaletta generica dei temi.

Gli invitati all'incontro esclusivo sono arrivati già ieri alla spicciolata. Al Lingotto le importanti misure di sicurezza hanno portato alla chiusura di alcune entrate del centro commerciale 8 gallery. Ieri, secondo quanto scrive il Corriere, gli ospiti dovrebbero aver visitato - sempre senza dare nell'occhio e utilizzando delle apposite navette - il museo dell'automobile sito poco distante dall'hotel dove si è barricato il Bilderberg. Poi è stata offerta una cena a porte chiuse al Duomo delle Ogr. Presenti alla "cena top secret", oltre ad alcuni degli invitati al meeting, spiega il quotidiano di via Solferino, anche il segretario della Fondazione Crt, Massimo Lapucci, Diego Piacentini (commissario per il digitale), Peter Thiel (fondatore di Paypal) e Reid Hoffman (fondatore Linkedin).

La presenza del Bilderberg in città ha scatenato anche le polemiche politiche. A sollevarle per primi gli esponenti della maggioranza grillina. La consigliera Monica Amore, infatti, si è detta "preoccupata" per l'arrivo dei potenti del mondo sotto la Mole. "Si tratta di un’élite chiusa di neo-oligarchie finanziarie dedite al neoliberismo più estremo - ha detto la grillina - che nel mio immaginario ha sempre rappresentato l’arroganza propria del potere-. Torino deve tornare ad essere la capitale dei diritti del lavoro e non la sede di coloro che, per tutelare i loro interessi, hanno fatto di tutto per comprimerli. Questo per me è inaccettabile".

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