Cronache

Inneggiava a Isis e jihad: espulso l'imam di Lecco

Espulso per radicalizzazione un trentanovenne imam kosovaro che per anni ha predicato nei centri islamici del nord Italia come quello di Costa Masnaga, Renate, Cinisello Balsamo, Como

Inneggiava a Isis e jihad: espulso l'imam di Lecco

Espulso Idris Idrizovic, trentanovenne imam kosovaro che per anni ha predicato nei centri islamici del nord Italia come quello di Costa Masnaga, Renate, Cinisello Balsamo, Como. Il predicatore veniva segnalato in alcune occasioni anche presso il Centro di viale Jenner a Milano e a Bergamo presso ciò che era una volta l’Islamsko Dzemat, congregazione salafita finita nell’occhio del ciclone nell’agosto 2014, composta da balcanici (prevalentemente kosovari), che ospitò anche il predicatore/reclutatore bosniaco Bilal Bosnic.

Idrizovic vive con la moglie e cinque figlie a Olgiate Molgora, in provincia di Lecco e verrà espulso oggi dall’aeroporto di Milano. Le indagini sono state svolte dai Carabinieri del Ros di Milano in collaborazione con i militari del comando provinciale di Lecco e gli agenti della Digos di Lecco.

Idrizovic è originario di Rastelica, città kosovara più volte al centro di problematiche legate alla radicalizzazione, un passato come studente presso madrasse sunnite in Medio Oriente, da anni predicava nei centri islamici europei e faceva avanti e indietro tra Italia e Kosovo. Nel novembre 2015 veniva ad esempio segnalato presso il centro islamico “Dzemat” di Amburgo dove era ritratto assieme a personaggi ben noti del panorama salafita tedesco.

Le connessioni familiari del predicatore risultano particolarmente interessanti visto che è cognato di Sead Bajraktar, predicatore kosovaro presso il centro islamico “Rastelica” di Monteroni d’Arbia, in provincia di Siena, che nel 2013 ospitò il già citato Bilal Bosnic e il collega Idriz Bilibani. Bosnic è attualmente in carcere in Bosnia ed è accusato di aver reclutato numerosi volontari per l’Isis, tra cui Ismar Mesinovic e Munifer Karamaleski, partiti dall’Italia.

Idrizovic era assiduo frequentatore del sito jihadista pro-Isis “Vjesti Ummeta” e sul proprio profilo Facebook tra il 2013 e il 2014 aveva condiviso post inneggianti all’Isis (tra cui l’immagine del passaporto del Califfato), a Bilal Bosnic e lo scorso febbraio aveva anche pubblicato una foto in memoria dello sceicco cieco Omar Abdel Rahman, leader del gruppo terrorista egiziano Gamaa al-Islamiyya, deceduto in un carcere statunitense dove era detenuto per aver architettato l’attentato del 1993 al World Trade Center di New York.

Numerosissimi anche i filmati di predicatori radicali salafiti pubblicati sul proprio profilo, assieme ad alcuni post a favore della “causa siriana” anti-Assad. Diverse anche le foto dove Idrizovic è ritratto con il dito indice alzato, segno del Tawheed (il monoteismo puro) spesso scimmiottato dai jihadisti dell’Isis nei loro video.

Idrizovic era un importante anello di congiunzione nel panorama salafita e wahhabita tra Italia e Balcani, molto conosciuto all’interno degli ambienti radicali balcanici non soltanto in Italia ma a livello europeo.

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