Cronache

Italia invasa dai seabin, i cestini che "mangiano" la plastica in mare

Il seabin posizionato nelle acque di Sestri Ponente (Genova) è solo l'ultimo dei centinaia installati in tutto il mondo per ripuliregli oceani dalle (micro)plastiche. Solo in Italia, a marzo, ne sono stati collocati due a Capraia e Riccione

Italia invasa dai seabin, i cestini che "mangiano" la plastica in mare

"Se possiamo avere cestini per la spazzatura sulla terra, perché non metterne altri negli oceani?". È questa la frase che campeggia a mo' di slogan sul sito di seabinproject, il progetto che da qualche anno lavora per raggiungere un obiettivo molto ambizioso: raccogliere, pezzo dopo pezzo, l'enormità di rifiuti di plastica che galleggiano nei mari del nostro pianeta. Non solo bottiglie, ma materiale di ogni risma che, parzialmente decomposto e accumulato dalla forza delle onde, forma delle enormi isole di spazzatura come quella del Pacifico a cui ha dichiarato guerra lo start-upper olandese Boyan Slat con la missione The Ocean Cleanup.

Se il suo sistema di barriere per contenere e raccogliere l'ammasso di 100 milioni di tonnellate di plastica sta avendo qualche problema, non si può dire la stessa cosa dei "seabins", i cestini mangiaplastica che, attraverso un sistema di pulizia meccanica unito a una pompa aspirante, crea un dislivello che cattura tutti gli oggetti galleggianti. Come scrive il Guardian, in tutto il mondo sono operativi circa 450 bidoncini mangiaplastica.

Anche l'Italia rientra in questo ambizioso progetto. Soltanto a marzo, come racconta la pagina Facebook The seabin project Liguria, nel nostro Paese ne sono stati installati tre: a Capraia, Riccione e l'ultimo in ordine di tempo il 27 marzo nelle acque della Marina di Sestri Ponente, quartiere del ponente di Genova con sbocco sul mare.

Ogni seabin, in un anno, arriva a raccogliere mezza tonnellata di plastica. Non solo oggetti di grandi dimensioni ma anche microplastiche da 2 millimetri di diametro e microfibre da 0,3 millimetri, quelle che i pesci ingurgitano scambiandole per plancton con il risultato di arrivare sulle nostre tavole. Il seabin è in grado di lavorare 24 ore su 24 e sette giorni su sette. Pompa 25 mila litri di acqua ogni ora e necessita di interventi minimi di manutenzione (svuotamento e pulizia). Solo nel Mar Ligure se ne contano cinque: oltre a quello posizionato sui moli di Sestri Ponente, ci sono seabin a Varazze, Santa Margherita Ligure, Portofino e a Genova, sotto il Museo del Mare. Ogni cestino costa 3.825 dollari.

Inventato dai surfisti australiani Pete Ceglinski e Andrew Turton, il seabin promette di ripulire le nostre coste dalla spazzatura galleggiante, pericolo per la salute e fastidio per gli occhi.

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