Cronache

Kuwait, ritirati i passaporti a due dipendenti di una ditta italiana

Le autorità del Kuwait hanno ritirato i passaporti dei due dipendenti della Cmc di Ravenna, perché la ditta ha un debito con i fornitori locali di circa 22 milioni di euro

Kuwait, ritirati i passaporti a due dipendenti di una ditta italiana

Dal Kuwait arriva un grido d'allarme lanciato da Andrea Urciuoli e Ricardo Pinela, dipendenti della ditta di costruzioni Cmc di Ravenna. "Siamo come prigionieri in ostaggio, chiusi in casa 24 ore su 24 e adesso che si è saputo della richiesta di concordato siamo ancora più preoccupati perché i fornitori verranno da noi. Abbiamo bisogno dell'intervento dei ministri degli Esteri di Italia e Portogallo". Le autorità hanno ritirato i passaporti dei due italiani, trattenendoli con accuse che i due lavoratori definiscono fittizie.

Ma cos'è successo? L’azienda ha un debito con alcuni fornitori locali di circa 22 milioni di euro. Nel frattempo in Italia ha chiesto il concordato preventivo con riserva. La polizia locale starebbe ritardando il più possibile la partenza dei due lavoratori, che di fatto sono gli ultimi rappresentanti della società italiana nel paese del golfo.

"I contratti vengono firmati dall’area manager (di Cmc, ndr) che al momento non si sa dov’è", ha dichiarato questa mattina Urciuoli all’emittente all-news TR24, indicando chiaramente come loro non abbiano responsabilità nei mancati pagamenti nei confronti dei sub-appaltatori. Pinela e Urciuoli hanno già passato oltre dieci ore in carcere pochi giorni fa con l’accusa di furto e danneggiamento di macchinari da lavoro.

Cmc: "Massimo impegno per il rientro dei due dipendenti"

La Cmc Ravenna "farà tutto il necessario" per far rientrate in Italia "nel più breve tempo possibil"» i sue due dipendenti bloccati dallo scorso 28 novembre in Kuwait. In una nota, l’azienda afferma che i due "sono stati immotivatamente e pretestuosamente trattenuti in arresto" e che "l’accusa per la quale sono stati fermati sarebbe quella di aver trafugato alcuni macchinari, immediatamente smentita vista la non sussistenza del fatto". Dopo una notte di reclusione, i due italiani sono stati scarcerati ma non possono lasciare il Paese. Cmc "esprime un profondo ringraziamento a tutte le autorità che si sono immediatamente rese disponibili nei confronti delle famiglie dei due dipendenti e della società, e che oggi sono costantemente e attivamente impegnate per la rapida risoluzione della vicenda".

L’azienda rivolge il suo ringraziamento alla presidenza del Consiglio dei ministri, al ministero degli Esteri, al ministero dello Sviluppo Economico e all’ambasciatore italiano in Kuwait, Giuseppe Scognamiglio.

Commenti