Cronache

L’idea di "Sinodo della Chiesa italiana" inquieta vescovi e cardinali

L’ipotesi dell’indizione di un Sinodo per imprimere un svolta "progressista" definitiva alla Chiesa italiana divide i vescovi della Conferenza Episcopale Italiana e i cardinali

L’idea di "Sinodo della Chiesa italiana" inquieta vescovi e cardinali

L’ipotesi dell’indizione di un Sinodo della Chiesa italiana sta dividendo i vescovi della Conferenza Episcopale Italiana e mettendo una parte dei vescovi contro quei collaboratori di Papa Francesco che premono per ottenere, sulla falsariga di quanto sta avvenendo in Germania (non senza polemiche), un tale evento ecclesiale per imprimere un svolta "progressista" definitiva alla Chiesa italiana.

Tra i vescovi italiani, secondo quanto ha scritto Claudio Tito su La Repubblica, "da qualche tempo iniziano a emergere segnali evidenti di insofferenza rispetto alla linea del Pontefice".

L'idea di un Sinodo italiano era stata lanciata da due gesuiti, uno dei quali è un fedelissimo del "cerchio magico" Vaticano, quel rigido gruppo clericale (espressione di quel clericlalismo tanto condannato da Sua Santità Papa Francesco) che si sente investito (probabilmente illudendosi) della missione di "guidare" il Pontefice regnante, che invece ha dato prova di smarcarsi varie volte da ogni cordata o impostazione ideologica.

Padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, attraverso un articolo pubblicato sul Quaderno 4047 della celebre rivista dei frati di San Ignazio di Loyola, aveva invocato "un esercizio effettivo di sinodalità all’interno della Chiesa" che, a detta di Spadaro, potrebbe "aiutarci a leggere la nostra storia d’oggi e a fare discernimento".

Il confratello gesuita di Spadaro, Padre Bartolomeo Sorge, lo stesso religioso che più volte ha attaccato il leader della Lega, il senatore Matteo Salvini, attraverso un articolo pubblicato sul Quaderno 4062 della stessa rivista, aveva rilanciato l’idea del direttore siciliano del quindicinale, che a sua volta lo aveva ripreso su Twitter.

"Un «probabile sinodo» della chiesa italiana?", così si intitolava il pezzo di Sorge, attraverso il quale sosteneva che "l’auspicato rinnovamento della Chiesa italiana può essere solo il frutto dei doni dello Spirito Santo. Un semplice Convegno ecclesiale nazionale non può bastare. Non sarà necessario, dunque, un Sinodo?" (e spiegando che "sarebbe del tutto insufficiente puntare sul prossimo VI Convegno del 2025", che dovrebbe seguire al V Convegno della Chiesa italiana che è stato tenuto a Firenze nel 2015).

Ma queste proposte gesuitiche stanno scatenando vari malumori nei vescovi italiani. Secondo Repubblica uno dei contrari sarebbe proprio l’attuale presidente della Conferenza episcopale italiana, monsignor Gualtiero Bassetti. Per questo il giornale romano si spinge a formulare l’ipotesi di una interruzione anticipata del suo mandato al vertice della CEI, che da statuto dovrebbe concludersi nel 2022. E c’è chi parla già dell’attuale Arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Zuppi, considerato vicino al cerchio magico vaticano, quale prossimo presidente della Conferenza episcopale italiana.

Ma Tito scrive anche di altri "nervosismi" nella Curia romana. Dopo l’esautoramento del cardinale Fernando Filoni dalla guida di Propaganda Fide (nonostante non fosse in scadenza incarico, che sarebbe terminato nel 2021, né d’età, visti i suoi 73 anni), un episodio significativo sembra quanto fatto dal cardinal Angelo Sodano che ha lasciato l’incarico di decano del collegio cardinalizio.

Sodano che, qualche giorno prima della sua rinuncia, aveva insistito, come ha scritto dettagliatamente il vaticanista Sandro Magister, per festeggiare i cinquantenni dalla prima messa di Jorge Mario Bergoglio, ricevendo dal Pontefice segnali di freddezza per l’iniziativa, a cominciare dalla non pubblicazione della notizia della messa celebrata col Papa sugli organi d’informazione vaticani, fino ad arrivare, come ha scritto Magister, ad un Papa che "non ha tenuto l’omelia e non ha detto una sola parola né prima né dopo il rito. E Sodano neppure ha potuto leggere l’indirizzo di augurio che aveva preparato, a nome non solo dei presenti ma dell’intero collegio cardinalizio. Terminata la messa Francesco ha rapidamente salutato a uno a uno i cardinali ed è andato via".

Vari cardinali, negli ultimi mesi, sono rimasti colpiti da certi discorsi o freddezze loro dimostrate dal Pontefice regnante e la battaglia tra chi (i cosiddetti "progressisti") vuole "una sorta di cattolicesimo senza dogmi, sacramenti e senza un magistero infallibile" (come ha sintetizzato efficacemente il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Mueller, prefetto emerito della Congregazione della Dottrina della Fede) e chi (i cosiddetti "conservatori") si sta battendo per conservare immutata la dottrina e la liturgia bimillenaria della Chiesa Cattolica sembra più forte che mai.

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