Cronache

L'abuso degli antibiotici può renderli inefficaci

I batteri diventano sempre più resistenti Vediamo perché e di chi sono le colpe

di Luigi Cucchi

Batteri sempre più resistenti. Combatterli diventa difficile. Sono inefficaci i tradizionali antibiotici. Una semplice infiammazione polmonare può, per essere debellata, richiedere il ricovero ospedaliero. L'Organizzazione mondiale della sanità suona l'allarme sul fenomeno della resistenza dei batteri ai farmaci che dal secolo scorso salvano la vita di milioni di persone. Uno dei principali fattori che ha contribuito alla ridotta efficacia degli antibiotici è la pratica di trattare gli animali da allevamento con basse dosi di questi farmaci per favorirne la crescita ed evitare le malattie negli ambienti sovraffollati degli allevamenti intensivi. Questa pratica è vietata in Europa dal 2006, ma ancora oggi negli Usa l'80 per cento circa degli antibiotici viene impiegato per gli animali.

Per anni, inoltre, siamo ricorsi agli antibiotici con autoprescrizioni in modo non giustificato. L'antibiotico-resistenza è un fenomeno diffuso in tutto il mondo. I farmaci hanno differenti meccanismi d'azione: alcuni uccidono i batteri causando la distruzione della loro parete cellulare (è il caso, per esempio, di penicilline e cefalosporine), altri agiscono su componenti diversi della cellula batterica. Altri ancora interferiscono con la sintesi del materiale genetico dei microrganismi, di fatto impedendo loro di riprodursi, oppure con il metabolismo energetico. Lo spettro di azione, cioè la capacità di agire su un numero più o meno ampio di specie batteriche, varia da un farmaco all'altro.

Esistono oltre quindici classi di antibiotici. L'età d'oro dello sviluppo di questi farmaci è stata intorno alla metà del secolo scorso, quando numerose nuove molecole entrarono sul mercato. Da allora, però, il filone si è esaurito. La stragrande maggioranza degli antibiotici, oggi a disposizione, è stata sviluppata prima del 1968. Lo sviluppo della resistenza è un normale processo evolutivo. Quando l'antibiotico distrugge i batteri sensibili, quelli insensibili al farmaco cominciano a moltiplicarsi.

Questo processo è accelerato e aggravato anche da un loro uso scorretto, come l'impiego per trattare infezioni virali, dove non hanno alcuna utilità. Anche prendere i farmaci in modo diverso dalle prescrizioni, a dosi inferiori o per un tempo differente da quello raccomandato, può contribuire a far sviluppare la resistenza. Altra pratica che di recente è stata messa sotto accusa è l'abitudine in molti ospedali di prescrivere cicli di antibiotici a scopo preventivo.

L'Italia è uno dei Paesi europei che usa più antibiotici. I sistemi di sorveglianza confermano che anche il fenomeno della resistenza è tra i più elevati tra i Paesi europei, più al Centro e al Sud che nel Nord Italia, in stretta relazione con il consumo. Secondo dati dell'Istituto superiore di sanità, quasi la metà degli italiani che nel 2007 hanno assunto un antibiotico lo ha fatto senza la prescrizione del medico.

Alta è anche la percentuale di chi usa gli antibiotici in caso di influenza e raffreddore, quando normalmente non servono.

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