Cronache

L'Agenzia delle Entrate punisce i "cervelli" che tornano in Italia

Diversi scienziati italiani, che hanno scelto di tornare dall'estero con un decreto del 2010, hanno ricevuto sanzioni e multe da pagare. Per lo Stato, infatti, sono diventati "evasori totali". E alcuni di loro scrivono una lettera al viceministro

L'Agenzia delle Entrate punisce i "cervelli" che tornano in Italia

Un conto da 20.998,21 euro da pagare all'Agenzia delle Entrate. È accaduto a Michele De Gennaro che, nella vita, è un ignegnere, esperto in auto con ridotte emissioni di anidride carbonica e che, dall'ottobre 2018, per lo Stato è considerato un "evasore totale", perché ha usufruito della legge sul rientro dei cervelli."Mi sento umiliato e mortificato. Mi dispiace per la mia Italia", ha raccontato a l'uomo, che oggi vive e lavora in Austria, all'Istituto di tecnologia di Vienna.

La vicenda

Secondo quanto riportato da Repubblica, De Gennaro avrebbe beneficiato del decreto legge 78 del 2010 per il rientro dei cervelli, che permette, appunto, agli scienziati italiani all'estero di tornare pagando l'Irpef solo sul 10% dello stipendio. L'ingegnere, nel 2012, sceglie di tornare in Italia: "Il contratto italiano al Jrc della Commissione Europea a Ispra, a Varese, non reggeva il confronto con lo standard austriaco. Ma gli incenvivi mi avevano convinto". Come lui, questa decisione, negli anni, l'hanno presa in molti.

La decisione dell'Agenzia delle Entrate

Ma nel 2017, l'Agenzia delle Entrate ha stabilito, con una circolare interna e in modo retroattivo, che all'agevolazione fiscale avevano diritto soltanto i ricercatori che si erano iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero. Annalisa Fico, che si occupa di cellule staminali e malattie neurodegenerative al Cnr di Napoli, al fisco dovrebbe 9mila euro: "Quando sono rientrata io, nel 2012, questa registrazione (all'Aire, ndr) non era richiesta". La ricercatrice si è quindi presentata all'Agenzia delle Entrate, mostrando i contratti di lavoro in Francia, le ricevute degli affitti e le bollette pagate: "Hanno controllato che ero stata effettivamente un cervello in fuga, ma hanno mandato lo stesso l'ingiunzione. Ho appena pagato le spese per l'avvocato e il deposito del ricorso. 4.500 euro".

Le proteste dei giovani scienziati

Il numero dei "rientrati", che sono diventati "evasori totali" per lo Stato, non è preciso. Ma tredici di loro avrebbero scritto una lettera al viceministro dell'Università e della ricerca, Lorenzo Fioramonti: "Per alcuni di noi, le richieste di rimborso e sanzioni potrebbero superare i 100mila euro, distruggendo i progetti di casa e famiglia costruiti con sacrificio negli anni". Inoltre, sembra anche che gli uffici della Agenzia delle Entrate abbiano agito in modo diverso da un caso all'altro. "Alcune hanno applicato la norma sul rientro dei lavoratori anziché quella sul rientro dei cervelli. Altre hanno richiesto di pagare la somma completa seppur riconoscendo la non punibilità e quindi annullando le sanzioni. Alcune agenzie, infine, richiedono Irpef, interessi e sanzioni", hanno scritto nella lettera gli scienziati.

La precisazione del Miur

Intanto il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca rende noto di aver preso contatto, attraverso il Capo del Dipartimento per la Formazione superiore e la Ricerca, Giuseppe Valditara, con il Ministero dell'Economia e delle Finanze che è competente in materia.

Questo con l'obiettivo di approfondire la questione e trovare soluzioni compatibili con la normativa vigente.

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