Cronache

"Centro migranti è al collasso", Lampedusa teme nuovi sbarchi

Il primo cittadino di Lampedusa, Totò Martello, lancia l'allarme: "Il centro d'accoglienza accoglie più del doppio rispetto alle sue capacità, l'isola non può essere lasciata sola"

"Centro migranti è al collasso", Lampedusa teme nuovi sbarchi

Non solo i migranti che arrivano dalle navi delle Ong, bensì anche quelli che approdano con sbarchi autonomi: Lampedusa, che anche nei mesi più quieti non ha mai smesso di assistere all’arrivo di mezzi e gommoni dall’Africa, adesso ripiomba nell’incubo dei giorni peggiori.

L’isola sta nuovamente diventando, anche se in realtà non ha mai smesso di esserlo del tutto, epicentro delle dispute sull’immigrazione e la ripresa delle attività delle Ong da un lato, così come dei cosiddetti sbarchi fantasma dall’altro, mette in allarme gli amministratori locali.

A partire dal sindaco Totò Martello, il quale in una nota chiede aiuto alle istituzioni nazionali: “Dopo i recenti sbarchi a Lampedusa, nel Centro di accoglienza ci sono adesso circa 240 persone, più del doppio di quelle che potrebbe ospitare – si legge nel comunicato del sindaco diffuso da ItalPress – Chiedo dunque alle istituzioni che lo gestiscono di provvedere al più presto al trasferimento degli ospiti in eccedenza”.

Un sentimento condiviso da molti suoi concittadini, i quali temono adesso di ritornare ai giorni peggiori. Gli echi dell'attuale empasse politica arrivano anche qui: gli isolani non vedono di buon occhio un esecutivo che attui una linea "più morbida" sulla questione. Qui a maggio, in occasione delle europee, la Lega è risultata il primo partito: al ministro Salvini da un lato si rimprovera di non essere riuscito a fermare del tutto gli sbarchi fantasma, ma dall'altro lato i lampedusano mostrano un generale apprezzamento per un approccio giudicato fautore di un calo complessivo dell'80% degli approdi. C'è dunque un po' di scetticismo circa la possibilità di un governo giallorosso.

Il traghetto di linea per Porto Empedocle in questi giorni trasporta decine di migranti dall’isola più grande delle Pelagie alla Sicilia: dalle persone a bordo della Open Arms a quelle della Mare Jonio, passando per i tanti sbarcati in modo autonomo. Ma non basta. La pressione su Lampedusa si avvicina a quella degli anni in cui quella dell’immigrazione è un’emergenza quotidiana.

La macchina dei soccorsi è all’opera anche sotto un profilo logistico: Guardia Costiera, Guardia di Finanza e Questura di Agrigento gestiscono, da agosto in poi, giorno dopo giorno trasferimenti, sbarchi e spostamenti di migranti da un porto ad un altro o dai vari centri d’accoglienza dell’isola.

L’impressione però è che la ripresa dei flussi da qualche settimana a questa parte obblighi a dover mettere in campo ancora più personale proposto alla gestione dei migranti approdati.

Il sindaco Martello lamenta anche un senso di isolamento e di insofferenza, ancora una volta Lampedusa si sente alla stregua di un piccolo scoglio che deve però farsi carico di problemi di rango nazionale ed internazionale: “Lampedusa non può sostenere da sola il peso degli sbarchi – sostiene infatti il primo cittadino delle Pelagie – l'emarginazione voluta dal Governo rischia di scaricare tensioni sulla nostra comunità”.

Martello, che nel 2016 sconfigge Giusy Nicolini, si è sempre reputato un uomo di sinistra. Nelle sue dichiarazioni che, come detto, rispecchiano grossomodo il sentimento dei suoi concittadini, emergono anche critiche al governo uscente. Tuttavia, il primo cittadino mette in guardia sulla possibilità che Lampedusa torni ad affrontare da sola le varie emergenze.

Di certo quanto accade sull’isola è da sempre termometro della situazione che, a livello generale, riguarda il contesto dell’immigrazione. Se su Lampedusa la pressione torna ad aumentare, vuol dire che la situazione torna a degenerare.

I numeri rispetto al 2017 sono sempre di gran lunga inferiori, ma il fatto che il centro d’accoglienza dell’isola è nuovamente sovraffollato costituisce molto più che un semplice campanello d’allarme.

Non bastano i trasferimenti con i traghetti di linea, né dunque i trasferimenti al ritmo di circa 60 al giorno verso la Sicilia e, contestualmente, si invocano nuovamente i ponti aerei pur di far tornare alla normalità la situazione. Quel che emerge da Lampedusa è il chiaro segno della preoccupazione di tornare a vivere nuovamente quanto già visto alcuni anni fa, con l’isola che a fatica riesce a reggere una pressione migratoria anche di minore intensità.

A preoccupare maggiormente sono gli sbarchi autonomi dei barconi che arrivano dalla Tunisia: il peggioramento delle condizioni meteo di queste ore potrebbe dare fiato alle autorità di Lampedusa, il timore riguarda però tutto il resto il mese di settembre e non solo.

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