Cronache

Lancio di uova contro Salvini: una condanna e sei assoluzioni a Imperia

Sei dei manifestanti dei centri sociali sono stati assolti per il lancio di uova e soltanto uno è stato condannato. Sono passati circa quattro anni e mezzo, da quando Salvini fu oggetto di una dura contestazione, a margine della propria visita a Imperia

Lancio di uova contro Salvini: una condanna e sei assoluzioni a Imperia

La carta igienica non è un oggetto pericoloso: così sei dei sette attivisti dei centri sociali a processo per il lancio di uova contro il leader della Lega Matteo Salvini, a margine di un comizio tenutosi a Imperia, il 17 maggio del 2015, sono stati assolti, oggi, dal giudice monocratico Marta Bossi, dall'accusa di disturbo della quiete pubblica e lancio di oggetti pericolosi.

Si tratta di: Guglielmo Mazzia, Florio Noto, Francesco Scopelliti, Ingrid Pedrazzini, Roberto Raineri e Valerio Romano. Soltanto uno dei manifestanti, Guasco Cafiero, è stato riconosciuto colpevole del lancio di uova ed è stato condannato a un’ammenda di 250 euro. Pure lui, comunque, è stato assolto per il secondo capo di imputazione, ovvero il disturbo della quiete pubblica.

Sono passati circa quattro anni e mezzo, da quando Salvini fu oggetto di una dura contestazione, a margine della sua visita a Imperia. Insieme ai suoi sostenitori incontrò gli operai dell'allora pastificio Agnesi, davanti al “Bar 11”, dove si svolse la contro-manifestazione. “In sostanza, l'odio contro Salvini non è reato”, commenta con rabbia Alessandro Piana, consigliere regionale ligure e commissario provinciale della Lega di Imperia.

"Se la Regione Liguria, la scorsa settimana, ha approvato un ordine del giorno contro l'intolleranza, l'odio e la violenza - avverte Piana - oggi i giudici del Tribunale di Imperia hanno assolto gli attivisti rossi dei centri sociali accusati di avere insultato, lanciato uova, carta igienica, accendini e piccoli sassi contro Matteo Salvini e le persone presenti durante un incontro per le elezioni regionali, avvenuto il 17 maggio 2015 a Imperia”.

E aggiunge: “Non è mia abitudine commentare pubblicamente le sentenze, ma in questo caso sono rimasto molto perplesso e avvilito. Quel giorno ero presente anche io con mio figlio, che allora aveva cinque anni. Il bimbo era comprensibilmente spaventato. Inoltre, per evitare che venisse colpito sono stato costretto ad allontanarmi con lui e a non partecipare più all’evento. Gli insulti, le parole d'odio, il lancio pericoloso di oggetti contro Salvini, non si contavano.

Nel ringraziare gli appartenenti alle Forze dell'ordine, in particolare gli agenti della Digos: "che ci hanno protetti, evitando guai peggiori”, Piana conclude: “Invito gli antagonisti a non sprecare fiato e uova, ma a mangiarle cotte o berle crude, se fresche, perché ricche di vitamine. Invito Matteo Salvini a continuare a venire a Imperia perché la stragrande maggioranza dei cittadini non lo minaccerà, né lo insulterà con parole d'odio, lanciandogli contro oggetti.

Anzi, lo sosterrà a gran voce, non trovando normale, neppure giuridicamente, questo tipo di atteggiamenti e le manifestazioni di odio contro chiunque".

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