Politica

L'anti-sovranismo enciclopedico

L'anti-sovranismo enciclopedico

Prima li delegittimi. Poi li demonizzi. Poi scrivi che sono matti. Stiamo parlando dei sovranisti, a cui la Treccani on line, quindi non esattamente l'ultimo sito del mondo, ha dedicato una voce, per la precisione «sovranismo psichico», in cui si legge che chi appoggia partiti e posizioni simili può essere considerato affetto da turbe mentali.

Fonti? Grandi psicologi? Noti psicoterapeuti? No, i giornalisti del Manifesto e del Fatto quotidiano, più il Censis, che non mi sembra si occupi di psicologia. Uno psicologo, per la verità, è intervenuto, a sostenere in diversa sede la medesima tesi: ma è Massimo Recalcati, lo stesso che cantò le imprese di Renzi come quelle di Telemaco, e quindi scusate, ma non mi sembra ci si possa contare molto. Piccoli segnali, certo, anche se la Treccani non è piccola cosa, e vive di contributi pubblici, cioè delle tasse di molti italiani che la sua voce considera affetti da turbe psichiche. Ma da non sottovalutare, perché segnano una preoccupante tendenza: quella, per usare l'orribile linguaggio accademico, di «patologizzazione» dell'avversario politico. Le cui idee non sono prese sul serio, perché considerate frutto di pulsioni, di emozioni senza controllo, di paturnie, in parole povere, di follia. E, quindi, non sarebbero neppure idee e, in ogni caso, non avrebbero diritto di cittadinanza. Con gli stessi argomenti, l'Urss negli anni Sessanta, passò dai gulag, che comunque rimasero, agli ospedali psichiatrici in cui finivano i dissidenti. Solo un pazzo, per Breznev, avrebbe potuto mettere in discussione lo splendido paradiso sovietico. Come oggi, evidentemente per la Treccani, solo un malato di mente potrebbe essere insoddisfatto della meravigliosa Unione europea o non essere entusiasta dell'idea di avere una pletora di spacciatori nordafricani sotto casa. C'è poi un altro problema: che a votare i partiti sovranisti sono, stando agli ultimi sondaggi, più del 45% degli italiani che, quindi, a rigore, dovrebbero essere considerati tutti affetti da turbe psichiche. C'è da chiedersi in che mondo vivano i redattori della Treccani e Recalcati.

Possibile che non facciano mai la spesa ad un mercato?

Che non parlino mai, chessò, con un tassista (non voglio pensare che prendano autobus o metrò, per carità)? Non siamo psicologi, psicanalisti o psicoterapeuti: ma sappiamo che chi si costruisce mondi artificiali in cui crede di vivere, e che pensa che essi siano i migliori, a cui tutti dovrebbero adeguarsi, ha certo bisogno, lui e non i sovranisti, di farsi curare.

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