Guerra in Israele

Legittima la risposta. Poi un nuovo approccio

Poiché negli ultimi mesi Hamas aveva rifiutato di unirsi alla più piccola Jihad islamica nel lanciare razzi contro Israele, sembrava che alla fine i suoi leader avessero deciso di dare priorità al benessere dei loro cittadini a Gaza

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Poiché negli ultimi mesi Hamas aveva rifiutato di unirsi alla più piccola Jihad islamica nel lanciare razzi contro Israele, sembrava che alla fine i suoi leader avessero deciso di dare priorità al benessere dei loro cittadini a Gaza rispetto agli inutili attacchi missilistici. Israele ha prontamente ricambiato il cessate il fuoco de facto di Hamas consentendo a migliaia di abitanti di Gaza di lavorare in Israele: prima 17mila, poi 20mila, con il potenziale per molti altri. I loro guadagni stavano cambiando la vita di più di 100.000 membri delle famiglie con la possibilità di fare molto di più. Ciò che stava accadendo sul campo sembrava aprire una strada verso la tranquillità per Israele e un certo grado di prosperità per Gaza. Evidentemente era tutta un'illusione. Hamas, proprio come l'Olp di Arafat, è disposto a fare tutto per la Palestina e niente per i palestinesi. Questo errore di valutazione politica potrebbe aver giocato un ruolo di fondo nell'abbassamento della guardia di Israele. Ma non è una scusa per il massiccio fallimento dell'intelligence che ha permesso ad Hamas di portare a termine la sua offensiva a sorpresa e in effetti non è nemmeno rilevante, perché il controllo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, delle azioni del nemico per individuare «indicatori di minaccia» non dovrebbe essere spento per qualsiasi motivo, mai.

In teoria bisognerà aspettare anni per scoprire cosa è successo. Ma in realtà c'è solo un modo in cui Hamas ha potuto agire con enorme sorpresa: fornendo informazioni preziose, anzi «utilizzabili», a individui che erano fonti dell'intelligence israeliana, anche se ciò ha consentito agli israeliani di distruggere i razzi prima che potessero essere lanciati contro di loro. Poiché i razzi distrutti appartenevano alla Jihad islamica, che è il principale concorrente di Hamas, e per di più di orientamento sciita (l'Iran è il finanziatore), Hamas stessa non ha pagato alcun prezzo per riempire «l'orizzonte dello spionaggio», al di sotto del quale erano pianificati gli attacchi di sabato. Esistono tecniche che con molta abilità e pazienza possono scoprire agenti doppiogiochisti, ma nessun trucco permette di distinguere gli agenti che riferiscono come meglio possono ciò che realmente sanno in report abbastanza buoni da tenere tutti troppo occupati per cercare ciò che non sanno. Evidentemente anni di guerra con Israele e i suoi servizi di intelligence hanno insegnato ad Hamas come combatterli in modo efficace. Colto di sorpresa, a causa degli errori di Israele che hanno permesso ad Hamas di prendere l'iniziativa, è ora il turno di Israele di agire... E non solo bombardando il quartier generale di Hamas.

È necessario un approccio completamente nuovo, senza nulla fuori discussione.

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