Cultura e Spettacoli

Leonardo e Angela, se la cultura in tv batte le celebrità

Leonardo e Angela, se la cultura in tv batte le celebrità

La superstar Leonardo batte le celebrità dello spettacolo e regala un insolito successo a un programma culturale in prima serata. Si vede che la storia e l'arte, in televisione, hanno bisogno di grandi personaggi e di conduttori comprensibili e capaci di coinvolgere lo spettatore. I salottini con interviste amichevoli ad amici e risatine di complicità con gli amici degli amici non sono poi così interessanti. Ulisse. Il piacere della scoperta, in onda su Raiuno, ha vinto il prime time di sabato sera con tre milioni e 614mila italiani (20%) inchiodati davanti alle avventure di Leonardo da Vinci raccontate da Alberto Angela. Battuta la concorrenza di Amici celebrities (tre milioni e 66mila spettatori, 19,45% di share), trasmissione condotta dalla fuoriclasse Maria De Filippo. Amici celebrities, su Canale 5, dura più a lungo e ha vinto la seconda serata. Tra i concorrenti c'erano Ciro Ferrara ed Emanuele Filiberto, tra gli ospiti Alessandra Amoroso e Irama. Qualche celebrità, a dire il vero, l'ha messa in campo anche Angela: Roberto Benigni, Gigi Proietti e Giorgia. Ma chi vince sempre è Leonardo, l'oggetto della trasmissione. Artista, scienziato, ingegnere, scrittore. Esperto di anatomia, botanico, musicista. Forse omosessuale, forse irreligioso, forse esoterista. Protagonista di romanzi che hanno dominato le classifiche, a partire dal Codice Da Vinci di Dan Brown. Leonardo non ebbe bisogno di essere rivalutato: il suo successo fu quasi immediato. Era una leggenda già per la generazione di Giorgio Vasari (1511-1574), che così lo descrive ne Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori: «Volle la natura tanto favorirlo, che dovunque e' rivolse il pensiero, il cervello e l'animo, mostrò tanta divinità nelle cose sue che nel dare la perfezione di prontezza, divinità, bontade, vaghezza e grazia nessun altro mai gli fu pari». Possiamo forse azzardare qualche ipotesi: gli italiani non sono quella massa di analfabeti funzionali descritti dai sedicenti intellettuali. No, è diverso. Sono i sedicenti intellettuali a essere modesti, molesti e noiosi a seconda dei casi. Non è vero che la cultura in televisione non funziona. Non funziona se la si riduce a scambio di favori e teatrino in cui sono tutti «maestri» di qualcosa, anche se hanno ancora tutto da imparare. Infine, quest'anno ricorre il cinquecentenario dalla morte di Leonardo in Francia (2 maggio 1519). Comprensibile che Parigi voglia realizzare celebrazioni in grande stile. Incomprensibile che l'Italia abbia quasi rinunciato. Abbiamo prima promesso (ministro Franceschini), poi negato (ministro Bonisoli), poi ripromesso (ministro Franceschini bis) un ampio prestito di opere leonardesche.

Poco serio e anche autolesionista. A proposito, perché la Francia non ci presta la Gioconda?

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