Cronache

L'ex fabbro che dice no ai soldi dallo Stato: “Vivo felice con due euro al giorno”

Si chiama Gabriele. Vive in una casupola di Teramo, in Abruzzo. Non vuole avere a che fare con lo Stato. E ha rifiutato da tempo il reddito di cittadinanza

L'ex fabbro che dice no ai soldi dallo Stato: “Vivo felice con due euro al giorno”

C’è chi ormai si ritira a vita privata per non aver più a che fare con il fisco. C’è chi preferisce ritirarsi in montagna lontano il più possibile da uno Stato sanguisuga come quello italiano. Storie come quella di Gabriele, 55 anni, con un passato da fabbro alle spalle. A casa non ha luce, né gas, né acqua. Vive alla giornata percependo qualche soldo, spicci, da parcheggiatore abusivo.

Vive con due euro al giorno in una piccola casa di Teramo, in Abruzzo. Non vuole miseria e soprattutto non vuole sussidi dal governo. Una rivolta silenziosa da uomo libero. L’unica nota di modernità, scrive Claudia Guasco sul Gazzettino, è un cellulare. Non uno smartphone, né un tablet. Possiede un semplice telefonino modello preistorico che ricarica con tre euro al mese per mantenere qualche indispensabile contatto con il mondo.

Ricava poche monete facendo il parcheggiatore abusivo: “Conoscono tutti la mia serietà e sono d’aiuto agli autisti, ai corrieri e a chiunque abbia bisogno”. La sua vita è quella di un uomo in esilio volontario e privo anche dell’essenziale. È un cane sciolto Gabriele. Non vuole aver a che fare con la tecnologia né con la modernità. Rifiuta lo Spid, le app e Linkedin per trovare lavoro. Ha un rigetto dello Stato interventista e statalista. Non vuole infatti sussidi da nessuno. E, fin quando il fisico regge agli urti del tempo, vuole cavarsela da solo.

Abita in via Dati a Teramo. È una sua scelta di vita la sua, della quale l’ex fabbro dice di essere felice perché nel senso delle piccole cose ha riscoperto la sua ragion d’essere. Lo scontrino della sua spesa si aggira sui due euro al giorno e s’ingegna come può. Per illuminazione ha un led a batteria solare, lo sportello di un frigorifero gli fa da tavolo e si cucina con un gas da campeggio. Si è creato un sistema per l’acqua, con un tubo collegato a una tanica. Per lavarsi usa bottiglie che riempie e lascia al sole. I problemi della vita, sostiene, sono altri e per lui un’alba e una passeggiata nel parco fluviale sono i momenti migliori della giornata, a dispetto della gente che corre affannosamente chissà poi dove.

Gabriele ripete a tutti che non gli manca nulla, eppure da quando la sua storia ha fatto il giro della città molti teramani vogliono dargli una mano. Lui si nega. Non vuole elemosine. Non vuole aiuto. Vive nascosto, direbbe qualche filosofo della Grecia Antica. Alle cose del mondo, a quanto pare, preferisce i gatti. Passa la giornata ad accudirli “perché nella mia condizione le ore sono libere e faccio quello che voglio, ciò che davvero amo fare. Io punto alla qualità della vita”.

Per il resto si arrangia come può. Ha un matrimonio finito alle spalle. Soffre di asma. Ma non possiede alcun tipo di invalidità civile né ha fatto richiesta per un alloggio popolare. Dice di no anche al reddito di cittadinanza: “Con tutti quei soldi incomincerei a fumare e a bere”, sorride. Chi ha avuto modo di conoscerlo in paese è rimasto colpito dalla sua storia di uomo fuori dal tempo e adesso sono in molti a preoccuparsi per lui. C’è chi gli porta vestiti, altri gli lasciano cibo davanti la porta di casa. Lui ringrazia. E tira dritto per la sua strada da uomo libero.

Libero dal peso ingombrante dello Stato.

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