Cronache

L'ex ingegnere da 7mila euro al mese: «Si penalizzano i soliti Adesso basta tagli»

RomaMichele Carugi è un ingegnere pensionato che non ha intenzione di arrendersi ai governi che continuano a trovare nuovi modi per tagliare le pensioni. Due anni fa è salito alla ribalta quando in diretta tv attaccò proprio l'attuale premier, Matteo Renzi, per difendere la sua pensione da 7.000 euro lordi al mese. Tanto ho versato tanto ho diritto a ricevere, il principio ispiratore della sua battaglia. Ora la Consulta ha bocciato il blocco della perequazione introdotto dalla Fornero e il sottosegretario all'Economia Zanetti mette subito le mani avanti e definisce immorale restituire l'indicizzazione anche alle pensioni più alte.

Che ne pensa?

«Penso che solo in Italia sia in vigore una sorta di addizionale di socialismo sulle pensioni per cui si finisce per penalizzare sempre quelle più alte come se non si tollerasse una diversità di reddito che invece per i lavoratori attivi nessuno mette in dubbio».

È sempre stato così?

«Anche quando era in vigore il sistema retributivo comunque il sistema finiva sempre per penalizzare le pensioni “alte”. La favoletta che si prendeva l'80 per cento dell'ultimo stipendio valeva soltanto per i redditi più bassi, fino ad un tetto di 43.000 euro lordi valeva la percentuale del 2 per cento poi scendeva anche fino a 0,9».

Poi è arrivata la Fornero.

«È partito il contributivo per tutti ed a questo si è aggiunto il prelievo solidarietà che è pure accettabile come principio una tantum ma perché chiederlo soltanto ai pensionati? Ma la stangata peggiore è stata il blocco della perequazione perché si sono voluti colpire soltanto i redditi da pensione ed il pensionato non potrà mai recuperare quello che gli è stato tolto. Non solo. Ora che la Consulta ha sancito il diritto alla continuità tra il reddito da lavoro e l'assegno pensionistico arriva Zanetti ed afferma che le pensioni alte restano fuori. È iniquo e poi vorrei capire che cosa si intende per alte».

Forse si riferisce alle famose pensioni d'oro?

«Certo “d'oro” ovvero 3.000 euro al mese lordi. Lo Stato considera già quelle d'oro. La sentenza va applicata e quei soldi vanno restituiti a tutti. La verità è che dal primo blocco operato dal governo Prodi nel 2008 con una proiezione che arriva al 2019 alcune pensioni perderanno il 15 per cento. Non è giusto. Non si può dire ad un uomo di 70 anni che percepisce quella pensione ora ti tolgo 100 o 200 euro al mese. È inaccettabile perché vuol dire cambiare le regole del gioco a gioco chiuso».

Perché colpire sempre i pensionati?

«Nessuno si vuole intestare l'aumento delle tasse che oltretutto verrebbe criticato dalla comunità internazionale. Quindi si va sempre a colpire la previdenza anche perché il pensionato ha meno strumenti di protesta rispetto al lavoratore attivo».

Che si può fare?

«Si potrebbe cominciare separando l'assistenza dalla previdenza».

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