Coronavirus

"Ecco perché il dpcm è inutile": l'immunologa Viola fa a pezzi Conte

Con un post su Facebook la dottoressa Antonella Viola ha spiegato la sua opinione sulla questione chiusure, fornendo soluzioni da attuare nell'immediato e altre da programmare nelle prossime settimane

"Ecco perché il dpcm è inutile": l'immunologa Viola fa a pezzi Conte

Nel mare di opinioni quotidiane di virologi e immunologi, che si sono ulteriormente moltiplicate dopo la comunicazione del contenuto del dpcm da parte del governo giallorosso presieduto da Giuseppe Conte, c'è chi si esprime a favore della linea ufficiale e chi si dice invece contrario, tra coloro che ritengono le misure troppo stringenti e quanti invece criticano una loro eccessiva "leggerezza".

Sul proprio profilo Facebook ha voluto dire la sua anche la dottoressa Antonella Viola, immunologa presso l'Università degi studi di Padova, dando un titolo al suo intervento decisamente esplicativo: "Cosa fare (per chi mi dice che non c’erano alternative)".

Il primo punto preso in esame dalla specialista è quello del sovraffollamento dei trasporti pubblici strettamente connesso alla scuola. La soluzione iniziale sarebbe quella di alleggerire il carico di studenti: "Prime 3 classi delle superiori lezioni in presenza con ingressi sfalsati. Ultimi due anni Didattica a distanza 75%". Una volta raggiunto questo primo scopo si dovrebbe procedere con la ricerca di "nuovi mezzi e personale per far tornare tutti in presenza".

Per quanto riguarda la questione "chiusure", l'immunologa aveva già espresso contrarietà alla serrata di bar e ristoranti alle 18: sempre su Facebook si era già pronunciata con un chiarissimo "not in my name". Per risolvere il problema, invece, servirebbe "identificare attraverso i dati di tracciamento raccolti tra maggio e la prima settimana di ottobre i luoghi a maggior rischio di contagio". Una volta fatto questo si potrebbero chiudere solo quelli risultati più pericolosi: "Per esempio se salta fuori che nei cinema non ci sono stati contagi, perché chiuderli?", si domanda Viola. Dopo questo primo step si dovrebbe poi procedere con l'"adeguare i locali o le regole per permettere le riaperture".

Per quanto riguarda le norme generali da applicare con lo scopo di ridurre il numero dei contagi, l'immunologa fornisce una serie di soluzioni drastiche da adottare nell'immediato. Didattica a distanza per gli studenti universitari, stop agli sport da contatto ed a quelli invernali, "smart working" laddove non sia necessaria la presenza del lavoratore e blocco delle cerimonie religiose. Oltre a ciò, poi, una stretta su anziani e pazienti con patologie pregresse: "Devono vedere il minor numero di persone possibile e sempre con mascherina per tutti, quindi niente pranzi, caffè o qualunque occasione in cui non si tenga la mascherina".

Nel caso in cui i ristoranti, sempre che non rientrino in quella lista nera accennata dalla stessa Viola (e identificabili nei dati raccolti tra maggio e ottobre) restino aperti, l'idea sarebbe quella di contingentare gli ingressi: solo 4 persone per tavolo, a meno che non si tratti di persone appartenenti al medesimo nucleo familiare. Inoltre"mascherina obbligatoria sempre dalle scuole medie". Per le fasi successive a questo primo controllo occorrerebbe infine "far arrivare i test rapidi in ospedali, Rsa, scuole, fabbriche. Assumere personale per il tracciamento.

Aumentare posti letto in ospedale e assumere personale sanitario (questo è l’unico punto che in realtà non è fattibile in poche settimane)", conclude l'immunologa.

Commenti