Cronache

L'intervista al leader islamico: "Apriamo ai controlli"

Il responsabile di Mianj Al Quran di Desio: "Chi ammazza in nome di Dio non è un buon musulmano, ma le pubblicazioni offensive e blasfeme vanno censurate. E le leggi europee hanno due pesi e due misure. Basti pensare all'antisemitismo..."

L'intervista al leader islamico: "Apriamo ai controlli"

Ashraf Mohamed Koakrah ci accoglie sulla porta della moschea installata nelle strutture dei missionari saveriani. La mano fasciata in seguito a un incidente sul lavoro, ci offre un caffè e inizia a raccontare la storia della comunità pachistana, a Desio da più di vent'anni, e dell'associazione che rappresenta, Minaj Al Quran. "Gli iscritti all'anagrafe cittadina sono circa 900, ma qui alla nostra preghiera vengono da molti altri paesi, da Seregno, da Cesano Maderno... - ci spiega - I controlli sono iniziati dopo l'11 settembre, poi sono stati spinti soprattutto dalla Lega. Noi sin dall'11 settembre abbiamo combattuto tutti gli atti di terrorismo."

Un rapporto Usa dice che controlli aumentano l'isolamento dei musulmani: è vero?

Io personalmente non vedo la comunità pachistana isolata. Noi siamo sempre stati aperti, facciamo tante iniziative con la comunità locale, i giovani, le parrocchie, l'amministrazione. Siamo ospitati per la preghiera nelle strutture dei padri missionari saveriani. Facciamo incontri e cene con famiglie italiane e straniere, oltre a incontri tra donne italiane e musulmane."

Dopo Parigi c'è paura?

"Sì. La comunità musulmana non ha mezzi di comunicazione: i media fanno informazione senza il nostro punto di vista. Molti sfruttano questi momenti di paura; però non ci sono stati ancora atti di intimidazione."

Quindi chi diffonde le tesi di chi vorrebbe chiudere le moschee sbaglia?

"Noi lavoriamo, paghiamo le tasse, rispettiamo le leggi e questo è nostro dovere. Ma abbiamo anche dei diritti: se la politica italiana ce li nega, l'unica via è illegale. La gente ci conosce, ma un bombardamento di notizie in parte false metterebbe paura a chiunque. Noi stiamo facendo ogni sforzo per inserirci nelle comunità locale, ma se poi arriva qualcuno che vuole distruggere tutto..."

Come combattere il fondamentalismo?

"Dobbiamo sensibilizzare la nostra gente."

Perché, non è abbastanza sensibilizzata?

"Faticano ad esprimersi, non parlando bene italiano. Dobbiamo far capire alla nostra gente che quando si fa una dichiarazione, bisogna parlare chiaro e dire la verità. Il capo della nostra associazione, Minaj Al Quran, ha scritto una fatwa di 600 pagine contro i terroristi."

Cosa pensa di chi parte per il Medio Oriente mosso dal desiderio di combattere la guerra santa?

"Condanniamo questo desiderio, perché tutti dicono che partono per fare la Jihad ma questa parola viene male interpretata: non vuol dire uscire di casa e uccidere la gente. Anche se uno è colpevole, io non sono autorizzato da Dio a fargli del male. Ci sono delle leggi e se io trovo qualcosa che mi dà fastidio, io devo seguire la via della legge, anche negli Stati islamici."

Di Charlie Hebdo cosa pensa?

"La penso come papa Francesco, quando dice che non abbiamo diritto di insultare gli altri."

Il papa però ha anche detto che chi gli offende la madre si deve aspettare un pugno...

"Ma quelle erano parole sfuggite sul momento..."

E se domani un giornale di Desio pubblicasse vignette blasfeme contro l'Islam?

"Io non capisco. Se uno parla contro l'Olocausto viene considerato un criminale, ma se parla contro l'Islam è satira? Le leggi europee hanno due pesi e due misure."

Non ha risposto alla domanda. Cosa bisogna fare per chi pubblica vignette blasfeme?

"Nessuno ha il diritto di ammazzare nessuno, ma le pubblicazioni offensive andrebbero censurate."

Quindi chi ammazza in nome dell'Islam è un miscredente?

"Sì"

E per quanto riguarda l'islamofobia?

"L'Unione europea dovrebbe adottare una legge apposta che la punisca"

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