Cronache

L'Italia è il paese più corrotto del Continente dopo la Grecia

Kroll lancia l'allarme: "Le frodi interne alle aziende sono in continua crescita". E la Civit avverte: "Ancora molto da fare per applicare la legge 190"

L'Italia è il paese più corrotto del Continente dopo la Grecia

L'Italia è il paese più corrotto del Continente dopo la Grecia. Secondo Transparency International, infatti, se nel resto del mondo i reati di corruzione sono in calo, il nostro Paese "sembra non avere ancora trovato la sua dimensione". A rilevarlo è il Global Fraud Report di Kroll Advisory Solutions, realizzato in collaborazione con l’Economist Intelligence Unit. I dati rilevano che il 67% delle frodi aziendali che colpiscono le imprese europee sono compiute dall’interno. A commetterle, dipendenti e manager di ogni livello: junior, senior, addetti alle vendite e agli acquisti. Il fenomeno è in costante crescita, infatti, se nel 2010 le frodi interne rappresentavano il 54% del totale, nel 2011 questo numero è aumentato arrivando a coprire il 58% delle truffe totali.

Tra le frodi più diffuse nell’ultimo anno vi è il furto d’informazione. Quasi una società su 5 in Europa (il 18 %) è rimasta vittima di questo raggiro. Ad essere rubati non solo i dati dei consumatori: il 28% delle aziende ha perso informazioni interne strategiche, mentre il 20 % dati interni o piani finanziari. Secondo il rapporto Kroll, tra le cause più rilevanti della crescita delle frodi vi è, senza dubbio, l’entrata delle aziende nei mercati nuovi. "Gli investimenti nei paesi emergenti - spiega il rapporto - sono più rischiosi e il 45% delle aziende intervistate si è detta più esposta alle frodi proprio a causa dell’entrata in questi mercati, mentre un’impresa su dieci (10 %) è stata vittima di corruzione morale o amministrativa". Ancora, tra le altre cause dell'aumentata esposizione troviamo: la maggiore collaborazione tra aziende, l’entrata in joint ventures o collaborazioni (21%), controlli interni più deboli dovuti al taglio dei costi e alla crisi (17%) e limitazione dei costi sui pagamenti e sulle remunerazioni (12%).

L'Italia e la legge 190 anticorruzione

"Per applicarla completamente c’è ancora molto da fare". Ad affermarlo questa mattina è Romilda Rizzo, la presidente della Civit, la Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche, in occasione della prima conferenza stampa dell’istituzione indetta per presentare il bilancio dei primi 4 mesi di attività. La Legge 190 ha individuato la Civit quale Autorità Nazionale Anticorruzione, ampliando le competenze della Commissione in materia di trasparenza, promozione della legalità e integrità. A cosa sono dovuti i ritardi? "In parte – ha spiegato Rizzo - possono essere causati dai complessi meccanismi di attuazione della legge non agevolati dalle circostanze politiche contingenti, comunque stiamo registrando un flusso di nomine che pervengono alla Civit con il ritmo di 50 -100 al giorno". In particolare, fino al 31 marzo dalle amministrazioni pubbliche sono stati nominati 1.400 responsabili della prevenzione della corruzione, la maggior parte nei comuni (1.200). Quattro i ministeri e 42 le province. Gli enti previdenziali, di ricerca e altri enti nazionali sono 26, 35 le università e 55 le camere di commercio. Per ora Civit conta solo 30 unità di personale e sta “fungendo soprattutto un'attività consultiva”. Il presidente ha comunque sottolineato come i primi dati raccolgano un segnale positivo: se l'anno scorso, sul totale delle oltre 300 richieste, solo l'1% riguardava la corruzione, nel primo trimestre 2013 le domande sono state già 250 e un quarto relative alla corruzione. C’è da ricordare poi che la norma è operativa davvero da poco tempo. Un primo passo per l'attuazione è stato compiuto qualche settimana fa dal comitato interministeriale con il varo delle linee guida per la predisposizione, da parte del Dipartimento della Funzione pubblica, del Piano nazionale anticorruzione. Una volta adottato il Piano, la sua approvazione da parte della Civit consentirà di procedere alla completa attuazione delle nuove norme. Per ora Civit ha raccolto 72 piani anticorruzione ma il numero così basso è dovuto al fatto che c'era un obbligo a presentarli entro il 31 marzo. “C’è tempo”, ha specificato Rizzo. Infine, il presidente ha annunciato che la commissione ha preso contatti con la Guardia di Finanza. "Da ieri – ha detto Rizzo - su suggerimento del ministro dell'Economia, abbiamo avviato i contatti con la Guardia di Finanza, per poi definire un protocollo d'intesa e le modalità di collaborazione".

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