Cronache

Dal liutaio al bombonierista: i giovani riscoprono i vecchi mestieri

Mille ragazzi lombardi hanno espresso le loro preferenze tra 10 mestieri di una volta. I più affascinanti? Bombonierista, pipaio, orafo, liutaio e armaiolo

Dal liutaio al bombonierista: i giovani riscoprono i vecchi mestieri

Oggi vanno di moda i lavori "in inglese": broker, fashion blogger, analyst, editor e così via. Ma in Lombardia i giovani sono affascinati dalle professioni di una volta, quelle rigorosamente in italiano e riconducibili all'antica tradizione dei mestieri artigianali.

È quanto risulta da una ricerca dell'agenzia di comunicazione di impresa Klaus Davi and Co., che ha chiesto a 1000 ragazzi lombardi tra i 25 e i 35 anni quale mestiere tradizionale ritenessero più meritevole di considerazione per il loro futuro lavorativo o comunque più degno di essere riscoperto.

A sorpresa, il 36 per cento degli intervistati ha citato il particolarissimo mestiere del bombonierista, ruolo in cui eccellono da sempre le maestranze lodigiane.

Il 30 per cento dei ragazzi, invece, si dice ammaliato da quei mestieri artigiani tradizionalmente lombardi che riguardano la lavorazione della seta e il tessile in generale, come il disegno, la tessitura jacquard, la stampa tradizionale, i finissaggi e la confessione, il ricamo come a Gallarate, tintoria e torcitura.

Al terzo posto si distingue la professione del liutaio (27 per cento), trainata da un centro importante come Cremona, dove la tradizione dei leggendari maestri Stradivari e Amati non si è mai persa ed è arrivata alle generazioni più giovani. Appena giù dal podio troviamo l'arte orafa (24 per cento) sia di gioielli che di metalli preziosi, concentrata per lo più attorno al capoluogo milanese.

Tornando al tessile, la produzione dei pezzotti attira il 21 per cento degli intervistati: si tratta della lavorazione a mano di tappeti rustici dai colori vivaci, tipica delle aree montane di Sondrio. Un altro must dell'artigianato nostrano molto apprezzato è la produzione di pipe in radica (17,5 per cento), un oggetto tornato molto in voga negli ultimi tempi.

Tra le ragazze, molto gettonata è la lavorazione del vimini, una fibra molto particolare che si presta a lavorazioni con cui sbizzarrirsi nella creazione di cesti, sedie e manufatti. Non si può dimenticare la pelletteria, fiore all'occhiello della Regione: il 15 per cento del campione di ragazzi desidera imparare questo mestiere, magari in qualche conceria tradizionale della zona.

Penultima posizione per un'altra specialità, quella dei ricami con tomboli e fuselli: il 13 per cento si vedrebbe benissimo come ricamatore o ricamatrice, quasi come se si trovasse in una favola ottocentesca. Chiude questa speciale top ten l'attività dell'armaiolo (10 per cento), il produttore di armi, che nel territorio lombardo vanta vere e proprie eccellenze a livello mondiale come la fabbrica Beretta, che ha istituito propri corsi per apprendere questa particolare e apprezzata arte.

Secondo il sottosegretario al Turismo Dorina Bianchi, "La riscoperta degli antichi mestieri rappresenta un'opportunità per i giovani che permettono un ricambio generazionale in questo settore atteso da tempo con il loro potenziale innovativo legato alle nuove tecnologie".

Secondo una ricerca dell'università Bocconi, gli artigiani nei settori di nicchia possono portare un impatto del +1% sul Pil e produrre fino a 160 mila nuovi posti di lavoro. "È importante - ha puntualizzato Dorina Bianchi - che i giovani apprendano il sapere insieme al saper fare.

Anche a questo è servita l'introduzione dell'alternanza scuola-lavoro".

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