Cronache

Mafia Capitale, ecco tutte le reticenze della dem Micaela Campana

Sono tanti i "non ricordo" che la deputata Micaela Campana ha detto testimoniando al processo su Mafia Capitale. Restano oscuri i suoi legali con il ras delle cooperative Salvatore Buzzi

Mafia Capitale, ecco tutte le reticenze della dem Micaela Campana

Il processo di Mafia Capitale si tinge di reticenze da parte di un deputato del Pd. Micaela Campana è ritenuta essere la donna che ha chiesto a Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative romane, alcuni favori, tra cui anche quello di finanziare la campagna elettorale di Matteo Renzi. Una deposizione che, secondo la Procura di Roma si è contraddistinta per "una serie di bugie e reticenze smentite dal contenuto degli atti processuali” e, perciò, la Campana sarà indagata per falsa testimonianza.

È sempre lei che si adopera per sbloccare una gara vinta dalla coop Eriches, parlando con Filippo Bubbico, viceministro dell’Interno. La Campana è un membro della segreteria del Pd, non un deputato qualsiasi. Eppure, come racconta il Corriere, il presidente del tribunale Rosanna Ianniello non si è fatta intimorire dal suo ruolo e, di fronte, ai vari “non ricordo”, le ha intimato di “dire la verità”. In Aula vengono portati alla luce gli sms estratti dai brogliacci delle intercettazioni in cui la deputata dem manda a Buzzi l’iban su cui depositare il finanziamento. Non si tratta di un illecito ma la deputata si trova in difficoltà nel ricostruire la vicenda, mentre sulle richieste di soldi per Daniele Ozzimo, ex assessore alla Casa nella giunta Marino (già condannato in abbreviato a due anni e due mesi per corruzione), ha spiegato: “Daniele era mio marito e io all’epoca non avevo incarichi pubblici”. La sua insistenza aveva spinto Buzzi a sfogarsi con Simone Barbieri, collaboratore della Campana, dedicando anche a lei la famosa metafora della “mucca che per essere munta deve mangiare”.

La Campana insiste con Buzzi per avere dei favori

Altri messaggi e telefonate resi noti solo ieri per la prima volta, testimonia le continue richieste di favori. Il 20 dicembre 2013, per esempio, “Campana — annotano i carabinieri del Ros — chiama Buzzi e riferisce che a Colli Aniene devono sgomberare un appartamento da alcuni immigrati”. Il 22 gennaio 2014 Emilio Gammuto, collaboratore di Buzzi, riceve invece una richiesta per un trasloco dallo staff di Campana. Buzzi, però, stavolta non aiuta la Campana e Mario Ciarla, già vicepresidente dem del consiglio Regionale “perché non vogliono pagare”. Il 18 ottobre 2013, infine, i carabinieri annotano una telefonata in cui Buzzi autorizza un suo uomo a incontrare la Campana che “sicuramente vorrà dargli qualche nominativo da assumere”. Di fronte a queste accuse la deputatadel Pd si trincera dietro altri “non ricordo” e, poi, aggiunge: “Quei favori non erano per me”. Per quanto riguarda la gara per il Cara di Castelnuovo di Porto, che la Eriches vince ma che la prefettura ritarda a rendere operativa per le ostruzioni della rivale Axilium, è Buzzi a contattare la Campana per chiederle di intervenire parlando col viceministro dell’Interno Filippo Bubbico.

Anche qui arrivano altri “non ricordo” da parte della Campana che, però, all’epoca dei fatti, aveva risposto “Bacio grande capo”.

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