Cronache

Mafia, depistaggio Borsellino: pm indagati per calunnia

La Procura di Messina ha iscritto nel registro degli indagati, con l'accusa di calunnia aggravata, alcuni magistrati che hanno indagato sulla strage di via D'Amelio a Palermo, dove hanno perso la vita il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della scorta

Mafia, depistaggio Borsellino: pm indagati per calunnia

Sembra non esserci pace per la memoria del giudice Paolo Borsellino. A distanza di 27 anni, una verità ufficiale non è mai stata trovata. E adesso, la Procura di Messina, come apprende l'Adnkronos, ha iscritto nel registro degli indagati, con l'accusa di calunnia aggravata, alcuni magistrati, i cui nomi sono ancora top secret. SI tratta di un altro filone nell'inchiesta sul depistaggio sulla strage di via D'Amelio. Certo è che si tratta di alcuni pubblici ministeri che hanno indagato sulla strage in cui il 19 luglio 1992 sono morti Paolo Borsellino ed i cinque uomini della scorta in via D'Amelio a Palermo. Si tratta di uno degli eventi più cruenti, e non ancora completamente chiariti, che hanno segnato la storia recente della lotta alla criminalità organizzata.

Nello scorso novembre la Procura di Caltanissetta, che ha istruito il processo per il depistaggio delle indagini sull'attentato, aveva trasmesso una tranche dell'inchiesta ai colleghi messinesi perché accertassero se nella vicenda, ci fossero responsabilità di magistrati. Dopo accurate indagini durate 7 mesi, la Procura di Messina ha aperto in un primo tempo un fascicolo di atti relativi, una sorta di attività pre-investigativa sfociata adesso in una inchiesta per calunnia aggravata. Nel documento inviato dai pm di Caltanissetta a Messina si fa riferimento alla sentenza del processo Borsellino quater. Nelle motivazioni del verdetto i giudici della corte d'assise parlavano di depistaggio delle indagini sull'attentato al magistrato. "Depistaggio su cui i pm di Caltanissetta hanno indagato e poi incriminato tre poliziotti del pool che indagò sull'eccidio, Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei - scrive l'Adnkronos -. Ma nella sentenza si denunciavano anche gravi omissioni nel coordinamento dell'indagine, costata la condanna all'ergastolo di otto innocenti, coordinamento che spettava ai pm dell'epoca. Tra cui Carmelo Petralia, ora aggiunto a Catania. Da qui la competenza sulla nuova indagine in capo alla Procura messinese. Tra i magistrati che indagarono anche Nino Di Matteo, attualmente alla Dna, Annamaria Palma, avvocato generale di Palermo, Giovanni Tinebra, nel frattempo deceduto".

Nella inchiesta coordinata dalla Procura di Messina agli atti sono comparse 19 microcassette su alcuni pm che hanno indagato sulla strage di via D'Amelio. Si tratta di 19 supporti magnetici contenenti registrazioni prodotte con vecchie strumentazioni dell'epoca di cui adesso i magistrati vogliono conoscere i contenuti. Il prossimo 19 giugno si farà un "accertamento tecnico non ripetibile" al Racis di Roma.

L'atto è stato notificato oggi pomeriggio ai magistrati indagati, sui cui nome vige il silenzio.

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