Cronache

Il magistrato Bellomo alla borsista: "Due punturine e risolviamo la situazione"

Rosa Calvi, 28 anni, è una ex allieva di Francesco Bellomo, il consigliere di Stato finito nella bufera per le regole imposte alle borsiste

Sito rivista Diritto e Scienza
Sito rivista Diritto e Scienza

Rosa Calvi ha 28 anni e una vita da avvocato di fronte. La sua esperienza getta ulteriori ombre sull'operato di Francesco Bellomo, il consigliere di Stato finito nella bufera per la gestione della scuola "Diritto e Scienza" che forma studenti in giurisprudenza per tentare il concorso in magistratura.

"Eravamo nella hall di un albergo nel quartiere Eur di Roma - racconta la Calvi al Corriere - quando ha provato a baciarmi sfiorandomi le labbra, ma io mi sono rifiutata". Accade tutto tra ottobre e dicembre del 2016, poco più di un anno fa. Anche lei, come tanti altri aspiranti magistrati, seguiva i corsi di Bellomo che "risultava quello con il maggior numero di studenti" arrivati poi alla tanto agognata toga.

La Calvi non fece domanda per ottenere la borsa di studio, ma pagò "i 2.318 euro previsti per l' iscrizione annuale". "Dopo le prime lezioni di ottobre - continua però l'avvocato - era previsto che ogni studente svolgesse un compito, valutato personalmente dal consigliere. Quando mi arrivò la correzione, il mio tema valeva undici e mezzo, abbastanza poco. Nonostante questo, dopo pochi giorni, mi arrivò una mail dalla segreteria della società Diritto e Scienza nella quale risultavo tra le candidate per la borsa di studio".

Lo svolgimento del colloquio fu, dalle parole del legale, ancor più strano. "Bellomo aveva individuato sette candidate - racconta Calvi - poi rimanemmo in tre. E fu in quel momento che per la prima volta vidi tutto quello che prevedeva il contratto da borsista". Come già raccontato, infatti, a inguiare il consigliere sono proprio le richieste fatte alle borsiste, dal dress code obbligatorio al divieto di matrimonio, passando per il quoziente intellettivo minimo per i fidanzati e la possibilità di vedere la propria vita privata spiattellata nella rivista della scuola. "Ci diede 15 minuti per esaminare il contratto - continua Calvi - e poi scelse me, dandomi appuntamento al giorno dopo per la firma".

Il racconto del colloquio è un nuovo atto di accusa contro Bellomo. "Mi chiese della mia vita privata - racconta l'avvocato - quanti fidanzati avevo avuto e cosa facevano. E disse che se decidevo di accettare avrei dovuto perdere 5 chili entro marzo. Poi mi guardò in viso: 'Hai le borse sotto gli occhi, con un paio di punturine risolviamo la situazione'. Subito dopo provò a baciarmi. In un attimo mi sfiorò le labbra e io lo evitai. Rimasi pietrificata. Andai via lasciandolo lì, nella hall dell' albergo".

Dopo varie telefonate e sms per pregarla di seguire un corso nel fine settimana a Milano, la 28enne decide di non andare. "Mi parlò delle prove che dovevo affrontare per l' addestramento speciale, cambiai subito idea e decisi di non partire. Erano previste prove speciali come andare in Ferrari con lui ad alta velocità o passeggiare in una via di locali e scegliere il migliore.

Mi sembrarono cose assurde e decisi di restare a Roma".

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