Cronache

Vibo, in manette per truffa sindaco del Comune più povero d'Italia

Si sarebbe appropriato di fondi destinati a organizzare corsi di formazione. Nel 2012 l'amministrazione era stata sciolta per infiltrazioni mafiose. Il primo cittadino aveva poi presentato e vinto un ricorso

Vibo, in manette per truffa sindaco del Comune più povero d'Italia

Quattro persone sono finite in manette nella zona di Vibo Valentia, accusate di truffa aggravata ai danni dell'Unione Europea, dello Stato e della Regione Calabria. E tra di loro ci sono anche due rappresentanti delle istituzioni: il sindaco e un assessore del comune di Nardodipace.

Romano Loielo, il primo cittadino di quello che è meglio noto come il comune con il reddito pro capite più basso d'Italia, è stato messo ai domiciliari dai carabinieri. Gli si contesta una truffa del valore di centomila euro, fondi pubblici per l'organizzazione di corsi di formazione per creare nuovi posti di lavoro, di cui le persone coinvolte negli arresti si sarebbero appopriate.

L'amministrazione comunale che Loielo presiedeva era stata sciolta nel 2012, sulla scia di indagini per presunte infiltrazioni mafiose. Il sindaco aveva allora fatto ricorso alla Corte d'Appello a Catanzaro, che gli aveva dato ragione.

Si era così candidato nuovamente e, nel 2013, aveva di nuovo vinto. 

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