Cronache

"Manifesto anti-stupri": così le donne di Roma dicono "basta"

Con un documento semplice, articolato in 3 punti essenziali e animato dalle parole d'ordine "libertà, sicurezza e dignità", le donne di Roma spiegano all'amministrazione come fare a riportare la sicurezza nel quartiere

"Manifesto anti-stupri": così le donne di Roma dicono "basta"

“Libertà, sicurezza e dignità”. Poche, schiette, telegrafiche ed urlate, le parole che riempiono la bocca delle residenti del quartiere Esquilino suonano come un programma di governo. Il “governo delle donne” che non accettano più di vivere in una città allo sbando. Oggi si sono date appuntamento in piazza Vittorio, sotto l’egida apartitica del Comitato Esquilino e del Comitato Colle Oppio, per “rivendicare il diritto di vivere decorosamente e in sicurezza”.

Perché il loro “amato rione” si è trasformato in una terra di mezzo dove a dettar legge è la paura. La paura di essere pedinate, derubate, violentate. Una paura che le segue ad ogni ora del giorno e della notte. Da quando, nel giro di poche settimane, almeno 3 donne sono state aggredite, il quartiere non è più lo stesso. Qualcosa è cambiato. Cosa? La consapevolezza che, se non vogliono esser sopraffatte, devono smetterla di lamentarsi e rimboccarsi le maniche. Insomma, una sorta di “We can do it” alla romana.

“Dopo l’ennsima aggressione abbiamo detto basta e ci siamo mobilitate”. Così, una residente sulla cinquantina spiega le ragioni che hanno spinto lei e le altre a scendere in piazza. “Oggi lanciamo una raccolta firme per chiedere al sindaco Raggi e al prefetto Basilone un piano articolato e coerente di interventi da attuare prima che la situazione degeneri”. Ma in attesa che le sonnecchianti istituzioni romane si decidano a imbastire un intervento complesso, loro reclamano “subito” almeno 3 “soluzioni essenziali”.

Chiedono “più telecamere e un sistema di video sorveglianza operativo e presente nelle aree più a rischio”. E sanno persino dove reperire le risorse necessarie. “C’è quel progetto da stanziati 2 milioni e 800 mila euro con cui si intende riqualificare piazza Vittorio, ecco – spiega la protavoce del Comitato Esquilino – è da lì che si possono prendere i fondi, anche perché se intendono bonificare i giardini senza dotarli di telecamere e vigilanza dopo poco ritorneranno come erano prima”.

Nei punti stilati dalle residenti c’è anche “un’ordinanza antialcol e antibivacco attiva 24 ore”. Un provvedimento “che incida sul consumo di bevande alcoliche in tutte le strade, i giardini e le piazze pubbliche del rione Esquilino” in modo da “ridurre comportamenti molesti, degrado e rifiuti”. E proprio in quest’ottica, le promotrici si rivolgono direttamente al ministro dell’Interno Minniti al quale chiedono “le risorse necessarie a garantire il buon esito delle nostre richieste”.

A chiosa del “manifesto delle donne arrabbiate” c’è anche uno spunto di respiro nazionale. Perché se “l’individuo che ti aggredisce per strada è quasi sempre uno straniero”, allora, “occorre una politica seria sull’immigrazione”. Che, in poche parole, si traduce in “maggior fermezza verso chi delinque, accoglienza dignitosa nei confronti di chi ne ha diritto” che si deve combinare con “progetti che promuovano l’integrazione e la cultura del rispetto”.

In appena due ore, sono più di 200 le firme raccolte. Si respira aria di soddisfazione nella piazza ma, mentre cala la luce e la folla si disperde, due mamme si ritrovano a scambiarsi consigli. Non si tratta di pannolini o ricette, no.

Una spiega all’altra come utilizzare in maniera efficace lo spray antiuomo.

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