Cronache

Marò, da lunedì il caso al Tribunale del mare Seguite l'udienza con noi

Finalmente la questione viene affrontata a livello internazionale. Noi seguiremo l'arbitrato. Al fianco dei nostri fucilieri

Marò, da lunedì il caso al Tribunale del mare Seguite l'udienza con noi

Finalmente il caso Marò sarà discusso in ambito internazionale. Dopo oltre tre anni di tira e molla tra Italia e India, dove Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono accusati di aver ucciso due pescatori indiani nel 2012.

Lunedì invece i massimi esperti di diritto internazionale si daranno battaglia (legale) sulla questione davanti al Tribunale internazionale del diritto del mare (Itlos) deciderà sulla possibilità che Girone possa rimanere in Italia e Latorre tornarvi in attesa che l’arbitrato internazionale stabilisca a chi spetti la giurisdizione sul caso. A partire da lunedì (e prevedibilmente per diverse settimane) nella "court room" del tribunale della città anseatica si confronteranno da una parte il team legale scelto dall’Italia, guidato da David Bethlehem, ex consigliere legale del Foreign Office, avvocato del foro di Londra; da parte indiana, altri due principi del foro molti noti, a conferma che l’India vuole far valere le sue ragioni: oltre al procuratore generale aggiunto, PL Narasimha, Alain Pellet, un avvocato francese che è stato presidente della Commissione di Diritto Internazionale dell’Onu, e il britannico Rodman Bundy.

L’udienza sarà presieduta dal giudice russo Vladimir Golitsyn. L’India ha già un membro permanente nel tribunale, il giudice P. Chandrasekhara. È invece da poco arrivato ad Amburgo e domani, in una breve cerimonia, farà giuramento di imparzialità e indipendenza, Francesco Francioni, il professore di diritto internazionale che è stato scelto dal governo come giudice "ad hoc" per la procedura d’urgenza e che farà parte del tribunale.

L’India ha già preannunciato che contesterà all’Itlos la sua stessa giurisdizione, perché solo New Delhi ha la titolarità a decidere, dal momento che - sostengono - l’incidente dell’Enrica Lexie, avvenuto il 15 febbraio 2012, avvenne in acque indiane e perché l’arresto è avvenuto in un porto indiano. E sosterrà anche che non ci sono circostanze convincenti per autorizzare le misure provvisorie e cautelari richieste dall’Italia. L’Italia deve dimostrare che c’è competenza del tribunale e che c’è anche urgenza nell’applicazione delle misure richieste per i due marò, per non vanificare le decisioni che saranno prese dal tribunale arbitrale. Per l’Italia inoltre la giurisdizione su questo caso appartiene esclusivamente all’Italia, perché la nave era sotto la bandiera italiana e perché i due marò sono membri delle forze armate e quindi immuni dalla giurisdizione di altri Stati.

Da lunedì, quindi, si parte con le udienze. Ma la questione non sarà risolta a breve (per ora sono stati fissati appuntamenti fino al 24 agosto). Lunedì mattina l’Italia presenterà in forma orale le sue ragioni, il pomeriggio sarà la volta dell’India. Dopo il passaggio davanti al tribunale dell’Itlos, la fase arbitrale vera e propria prevede la nomina di tre giudici, uno scelto dall’Italia (che ha già scelto, anche in questo caso, Francioni), uno dall’India e uno neutrale. Noi seguiremo tutto il processo e ve lo racconteremo in diretta.

Fin dall'arresto, il Giornale è in prima linea per difendere Latorre e Girone. Anche stavolta vogliamo essere accanto ai nostri marò

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