Cronache

Marò, una vicenda che si trascina da quasi tre anni

I due soldati sono in India dal 2012. Tra promesse dei governi e minacce degli indiani hanno sempre manenuto la loro parola di militari e di italiani

Marò, una vicenda che si trascina da quasi tre anni

15 febbraio 2012: i due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in servizio antipirateria sulla nave commerciale Enrica Lexie, sparano - secondo l'accusa - contro un peschereccio, scambiato per una barca di pirati, uccidendo due pescatori al largo di Kochi. I due marò sostengono però di aver sparato solo colpi di avvertimento.

19 febbraio 2012: i marò vengono fatti scendere a Kochi e fermati.

28 febbraio 2012: il sottosegretario Staffan de Mistura inizia ad occuparsi del caso e le istituzioni italiane rivendicano la competenza per una vicenda che coinvolge "organi dello Stato operanti nel contrasto alla pirateria sotto bandiera italiana e in acque internazionali".

5 - 6 marzo 2012: il tribunale di Kollam trasferisce i due marò nel carcere di Trivandrum.

25 maggio 2012: i marò sono nuovamente trasferiti. Questa volta alla Borstal School di Kochi.

30 maggio 2012: l'Alta Corte del Kerala concede ai marò la libertà su cauzione con l'obbligo però di non allontanarsi da Kochi.

20 dicembre 2012: il tribunale di Kollam continua a rinviare il processo e, in attesa del verdetto della Corte Suprema di New Delhi sulla giurisdizione del caso, viene concesso ai marò di passare le vacanze natalizie in Italia, purchè tornino entro il 10 gennaio in India. I marò mantengono le promesse affermando: "Torneremo, parola di italiani".

4 gennaio 2013: i marò tornanon in India.

18 gennaio 2013: la Corte Suprema indiana dispone la creazione di un tribunale speciale a New Delhi per esaminare la questione riguardante la giurisdizione del caso, togliendola così allo Stato del Kerala.

22 febbraio 2013: i marò ottengono un permesso di quattro settimane per poter tornare in Italia e votare.

11 marzo 2013: l'Italia decide che i marò non torneranno in India il 22 marzo perché New Delhi ha violato il diritto internazionale. Il premier indiano Singh minaccia "seri provvedimenti" e, così, i soldati italiani tornano in India.

22 marzo 2013: i marò ripartono per l'India e si trasferiscono all'ambasciata italiana. De Mistura li rassicura: "C'è la garanzia che che non ci sarà pena di morte".

26 marzo 2013: Terzi si dimette in "disaccordo con la decisione di rimandare i due marò in India".

10 aprile 2013: il premier indiano Singh garantisce che il caso non rientra fra quelli che possono comportare la pena capitale.

23 gennaio 2014: Emma Bonino pressa i ministri indiani affermando un deciso "no alla pena di morte".

24-25 febbraio 2014: l'India abbandona la legge antiterrorismo, scacciando lo spettro di una condanna a morte per i militari.

18 marzo 2014: il ministro Mogherini annuncia la possibilità di un "arbitrato internazionale".

27 marzo 2014: Renzi parla del caso marò con Obama e lo ringrazia per il sostegno ricevuto in questa vicenda.

20 aprile 2014: terza Pasqua per i marò in India, raggiunti dai familiari per le feste.

24 aprile 2014: Mogherini annuncia l'apertura di una "procedura internazionale" con l'invio di una nota verbale all'India. Si conclude il mandato di Staffan de Mistura.

27 maggio 2014: si insedia il comitato dei giuristi internazionali guidato dall'ex capo del servizio giuridico del Foreign Office Daniel Bethlehem.

2 giugno 2014: videoconferenza dei due marò alle Commissione Difesa e Esteri della Camera e del Senato. Girone sottolinea: "Abbiamo obbedito a un ordine, mantenuto una parola e siamo ancora qui". Latorre afferma: "Dobbiamo soffrire con dignità".

11 agosto 2014: Renzi telefona Modi e afferma: "Auspico una rapida soluzione positiva". La risposta di Modi? "Accettate il cammino della giustizia indiana".

1 settembre 2014: Latorre viene ricoverato in ospedale, colpito da una leggera ischemia.

6 settembre 2014: i legali di Latorre chiedono alla Corte suprema indiana il ritorno del marò per motivi di salute.

12 settembre 2014: l'Alta Corte indiana autorizza il rientro in Italia di Latorre per quattro mesi di convalescenza.

13 settembre 2014: il marò torna in Italia.

15 novembre 2014: l'Italia "farà tutto ciò che è necessario", cercando però di "evitare le polemiche con l'India".

16 dicembre 2014: la Corte suprema respinge le istanze dei due marò, che chiedevano l'attenuazione delle condizioni della loro libertà provvisoria, per permettere a Latorre di rimanere di più in Italia dopo l'ischemia e a Girone di rientrare in Puglia per le festività natalizie.

Napolitano si dice "fortemente contrariato".

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