Cronache

"Il mare di Roma è inquinato. In parte non è più balneabile"

Il dossier Mare Mostrum 2016 di Legambiente ha mostrato come il litorale del Lazio sia fortemente inquinato e non balneabile. Le forze dell'ordine hanno anche rilevato che sono aumentate il numero delle infrazioni

"Il mare di Roma è inquinato. In parte non è più balneabile"

"Il mare del litorale di Roma è fortemente inquinato": questo è il quadro spaventoso che emerge dal dossier Mare Mostrun 2016 realizzato dalla Goletta Verde di Legambiente.

Come ogni anno con l'arrivo dell'estate, Legambiente con la collaborzione delle forze del'ordine ha realizzato un dossier per analizzare i mari italiani. Il risultato di questa inchiesta è davvero allarmante. Gran parte dei chilometri della costa del Lazio è fortemente inquinata e non balneabile. Con questi dati, la costa romana sale al terzo posto nella classifica dei mari illegali italiani. (Al primo posto c'è la Sicilia e al secondo la Campania ndr).

Per quanto riguarda Roma nello specifico, le analisi hanno evidenziato in tutti e dieci i punti in cui sono state fatte le rilevazioni "cariche batteriche elevate". Anche le zone che l'estate scorsa risultavano ancora accessibli, quest'anno, sono diventate altamente inquinate. Restano invece fortemente inquinati, i mari di Fiumicino (alla foce del fiume Arrone a Fregene), Roma – Ostia (alla foce del fiume Tevere e alla foce del canale al cancello n.1), Pomezia – Torvajanica (alla foce del canale Crocetta, alla foce del canale Orfeo e alla foce del Rio Torto) e Ardea (alla foce del fosso Grande).

Come riporta Fanpage, in questo scenario così dramamtico sono cresciuti anche i reati ai danni del mare, ma soprattutto le infrazioni legate al ciclo del cemento e quindi all'abusivismo edilizio. I tecnici di Goletta Verde hanno altresì dichiarato che "durante le analisi solo nel 60 per cento dei casi hanno avvistato i cartelli di divieto di balneazione obbligatori per legge". Inoltre, in tutte le spiagge che sono state monitorate c'è "una notevole presenza di rifiuti plastici e di rifiuti da mancata depurazione che, buttati impropriamente nel water e non venendo bloccati dagli impianti di depurazione, finiscono in mare e sulle spiagge. Parliamo, ad esempio, di assorbenti, blister e cotton fioc".

Secondo i dati raccolti, il record dell'inquinamento spetta alla spiaggia Coccia di Morto a Fiumicino: "Sede di accumulo dei rifiuti provenienti dal Tevere, è la spiaggia che registra il più alto numero di rifiuti a livello nazionale, oltre 5500 rifiuti in 100 metri.

Dei rifiuti rinvenuti, il 67% è imputabile alla cattiva depurazione, con la presenza di ben 3716 cotton fioc in soli 100 metri di spiaggia".

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