Cronache

Maxi rissa tra albanesi e romeni in carcere

La rissa è scoppiata per il controllo del “territorio” all'interno del carcere nella zona dei “passeggi” del penitenziario fiorentino

Maxi rissa tra albanesi e romeni in carcere

Immigrati che creano problemi non solo nelle città ma anche quando sono in carcere, è questo che accade ultimamente nei sovraffollati penitenziari italiani, con un numero sempre più alto di aggressioni da parte di reclusi stranieri nei confronti delle guardie carcerarie e di colluttazioni tra bande rivali all'interno degli stessi, come l'ultima rissa molto violenta sorta ieri mattina nel carcere di Sollicano a Firenze.

Secondo quanto riporta il giornale “La Nazione” l'alterco è nato tra un gruppo di romeni ed uno di albanesi per contendersi il terriorio all'interno del carcere durante l'ora di passeggio dei detenuti, solo grazie al pronto intervento del personale di guardia sono riusciti a scongiurare il peggio, solo un paio di mesi fa sempre nello stesso carcere era avvenuta una rissa tra albanesi e magrebini per il medesimo motivo, è evidente che la situazione sia realmente allarmante.

Il sindacato Osapp, che ha divulgato la notizia fa sapere che attende i provvedimenti che l'amministrazione “dovrà prendere verso i responsabili della rissa ed un segnale di riconoscimento per il personale intervenuto”.

Il segretario generale dell'Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria, Leo Beneduci, interviene sulla vicenda: "In questo periodo stiamo constatando che le carceri sono diventate terra di nessuno, in cui le regole della civile convivenza e del rispetto dell'ordine e della sicurezza hanno ceduto il passo ad un evanescente buonismo in cui la sorveglianza dinamica si è concretizzata in una sequela di aggressioni, risse e rivolte". "Il prezzo più alto - continua - è pagato dagli agenti di polizia penitenziaria, la cui attenzione delle Direzioni e del Dipartimento è per l'applicazione delle sanzioni disciplinari a loro carico.”

Dopo l'ennesimo fatto di violenza l'Osapp chiede di nuovo una commissione di inchiesta che "permetterebbe di fare luce su un sistema, quello penitenziario, le cui criticità sono la costante gestionale del disastro denunciato".

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