Cronache

Mediterranea, lezioni di yoga per sfidare (ancora) Salvini

L'ong si prepara ad una nuova raccolta fondi per tornare in mare e pagare le multe. E fa cassa con le lezioni di yoga

Mediterranea, lezioni di yoga per sfidare (ancora) Salvini

Mediterranea dopo il sequestro della nave Alex e con la Mare Jonio già fuori gioco da tempo, è già in cerca di nuove risorse per tornare subito in mare. L'ong è a caccia di soldi per procurarsi una nuova imbracazione e per pagare la pesante multa che è arrivata dal Viminale. L'ultima missione conclusa con l'ingresso non autorizzato nel porto di Lampedusa potrebbe avere conseguenze pesanti per le casse dell'ong. Il primo passo per cercare risorse è stata la querela contro il ministro Salvini: "Magari diventa un 'finanziatore involontario' - commenta l'armatore sociale Alessandro Metz - permettendo in questo modo nuove operazioni di monitoraggio in mare e forse di salvare altre vite umane". Poi l'appello ai sostenitori per una nuova ondata di donazioni per riprendere subito il largo: "Due navi sotto sequestro, multe, spese legali. Ma soprattutto nessuna intenzione di fermarci. Salvare vite umane non è una scelta, è un imperativo. Per farlo ancora abbiamo bisogno dell'aiuto di tutte e tutti voi".

Ma Mediterranea ha mille modi per raccogliere i fondi e lavora anche con la fantasia. Oltre a organizzare sit-in di protesta per mettere in discussione il dl Sicurezza bis, propone corsi di yoga con tanto di biglietto da 25 euro. Il prossimo 25 luglio infatti ornanizzerà una giornata di lezioni su meditazioni e yoga a Barcellona. Ci saranno almeno quattro esperti che spiegheranno ai neofiti del genere tutte le tecniche da seguire. Il ricavato, come puntualizza Mediterranea, andrà a finanziare l'ong per "salvare ancora vite in mare". Un chiaro intento dunque: quello di trovare al più presto una nuova imbarcazione per tonrnare in missione in quel tratto di mare che separa la Libia dall'Italia. L'armatore di Mediterranea, Alessandro Metz, ha già fatto sapere che l'ong non si fermerà: "È ovvio infatti che per chi opera a difesa dei diritti umani e del diritto internazionale, non sarà una multa, per quanto salatissima, a far indietreggiare: se una vita vale qualcosa, è certamente di più di qualsiasi somma di denaro".

Parole chiare che riaprono lo scontro col Viminale.

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