Cronache

Mettendo a dieta gli obesi risparmiamo 9 miliardi l'anno

Un obeso costa 450-550 euro in più rispetto a una persona normale. Ai costi sanitari si aggiungono la perdita di produttività, l’assenteismo e la mortalità precoce

Mettendo a dieta gli obesi risparmiamo 9 miliardi l'anno

Il peso dell’obesità non si misura solo sulla bilancia. Le persone sovrappeso sono, infatti, un peso per l'intera società. Oggi anno costano al Sistema sanitario nazionale circa 4,5 miliardi di euro. A questi vanno ad aggiungersi altri 4,5 miliardi di costi non sanitari, come ad esempio "la perdita di produttività, l’assenteismo e la mortalità precoce". Ben un terzo della spesa per l’obesità a carico della sanità pubblica è imputabile a una malattia strettamente collegata: il diabete. Un quadro che, come avvertono i medici all’Italian barometer diabetes Forum, rischia di divenire "insostenibile".

"In termini assoluti - mette in chiaro Antonio Nicolucci, Coordinatore del Data Analysis Board di IBDO Foundation - un obeso severo o molto severo costa 450-550 euro in più all’anno rispetto a una persona normopeso". La maggior parte di questa spesa è da attribuire ai ricoveri in ospedale. In termini di costi, è tuttavia importante sottolineare come l’impatto maggiore sia determinato dai gradi meno severi di obesità e dal sovrappeso. "Una persona sovrappeso costa al Sistema sanitario nazionale 37,4 euro all’anno in più rispetto a un normopeso - continua Nicolucci - ma in Italia se ne contano ben 21 milioni, portando a un eccesso di spesa sanitaria per queste persone di oltre 780 milioni di euro annui".

Un importante contributo al costo dell’obesità è determinato dalla presenza di diabete. "Il sovrappeso e l’obesità rappresentano infatti la causa principale di diabete di tipo 2, a sua volta associato ad un più elevato rischio di malattie cardiovascolari - conclude Nicolucci - in particolare, al di sotto dei 55 anni l’obesità grave aumenta di 16 volte il rischio di avere il diabete".

Sopra i 65 anni, infatti, la prevalenza di diabete passa dal 12,5% fra i normopeso al 38,7% fra i grandi obesi.

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