Cronache

Migranti, ancora uno "sbarco fantasma" nell'agrigentino

Decine di migranti sono sbarcati da un peschereccio tunisino nella notte tra sabato e domenica sulla spiagga di Zingarello a sud-est di Agrigento, per poi sparire nelle campagne circostanti

Migranti, ancora uno "sbarco fantasma" nell'agrigentino

Sono sbarcati da un peschereccio registrato a Monastir, in Tunisia, e nel giro di pochi minuti hanno fatto perdere le proprie tracce nelle campagne dell’agrigentino.

È un nuovo “sbarco fantasma” quello avvenuto nella notte tra sabato e domenica sulla spiagga di Zingarello, a sud-est di Agrigento. A segnalare la presenza del gruppo di uomini che dopo aver toccato terra si sono arrampicati su una ripida scogliera per poi sparire nel territorio circostante, è stata l’associazione Mareamico. "Sicuramente non si tratta di donne e bambini, ma di persone preparate e allenate, veri e propri rambo che di notte hanno scalato una collina impervia e pericolosa che noi non siamo riusciti a scendere neppure di giorno, prima di disperdersi nelle campagne tra Punta Bianca e Zingarello", denuncia Claudio Lombardo, responsabile provinciale dell’associazione.

A testimonianza del passaggio dei migranti restano alcuni indumenti maschili, abbandonati tra la macchia mediterranea, e il peschereccio lasciato alla deriva davanti alla costa a causa del mare agitato, come mostra un video pubblicato su Facebook dalla sezione agrigentina dell’associazione. “Di solito lasciano i vestiti bagnati a terra perché si cambiano dopo la traversata”, spiega Lombardo. L’ipotesi è che il gruppo sia composto da cittadini tunisini, visto che l’imbarcazione con cui i migranti hanno raggiunto le coste italiane era iscritta “nel registro di Monastir”, città che si trova davanti alle coste agrigentine, a 160 chilometri da Tunisi. “Migranti economici”, ipotizza il resposabile di Mareamico, “che non avendo diritto alla protezione internazionale scelgono di evitare i canali ufficiali dell’accoglienza”, ma anche “persone che erano in carcere in Tunisia per reati minori e che non hanno le carte in regola per essere accolti nel nostro Paese”.

Sul caso ora indagano i Carabinieri e la Capitaneria di Porto Empedocle. Ma resta la preoccupazione dei cittadini per “l’immigrazione pericolosa”, come è stata definita dalla procura di Agrigento, che nei fascicoli aperti a riguardo non ha escluso l’ipotesi che tra i migranti provenienti dal Paese nordafricano possano infiltrarsi anche terroristi. Stando ai dati pubblicati qualche settimana fa dal quotidiano La Stampa, da giugno a dicembre del 2017 sono stati oltre 5mila i profughi che hanno raggiunto le coste dell’agrigentino e quelle delle Isole Pelagie. Di questi, la stragrande maggioranza sono uomini, più della metà con passaporto tunisino. “Siamo allarmati perché non sappiamo nulla di chi sbarca sulle nostre coste, neanche il numero presunto”, ammette Lombardo.

Secondo il responsabile provinciale dell’associazione ambientalista su oltre tremila migranti sbarcati lo scorso anno nell’agrigentino, "solo 400 sono stati identificati dalle forze dell’ordine".

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