Cronache

Migranti, a Bergamo respinto il 93% delle richieste di asilo

Nel capoluogo orobico fra i migranti che presentano richiesta d'asilo nove su dieci si vedono rivolgere un rifiuto. E il sindaco si scaglia contro le lungaggini burocratiche

Migranti, a Bergamo respinto il 93% delle richieste di asilo

I migranti che presentano richiesta d'asilo in provincia di Bergamo si vedono respingere la domanda nel 93% dei casi. Una proporzione esorbitante, che conferma come moltissimi dei profughi che trovano rifugio in Italia non scappino da guerre e discriminazioni, come sarebbe invece necessario (con varie sfumature) per ottenere la protezione internazionale.

Un dato che purtroppo non allevia, come forse potrebbe sembrare a uno sguardo superficiale, la pressione sul sistema d'accoglienza. Già, perché - come consentito dalla legge - moltissimi di quei migranti che si vedono respingere la richiesta d'asilo presentano poi ricorso, spesso grazie al gratuito patrocinio. E in attesa di una risposta definitiva continuano a godere dei benefit assicurati ai richiedenti asilo.

Generando una situazione che spiazza anche lo stesso sindaco di Bergamo, il democratico Giorgio Gori. Per il primo cittadino del capoluogo orobico si tratta di "un numero molto alto, che deve spingere a riaprire la questione dei criteri che vengono utilizzati. È chiaro che non tutti sono siriani e quindi provengono da situazioni palesi di conflitto, ma soprattutto nell’Africa subsahariana la povertà, i disagi, le persecuzioni non garantiscono il rispetto dei diritti essenziali."

Il problema dei rimpatri

Secondo L'Eco di Bergamo, il sindaco si è espresso con forza contro l'eccessivo numero di migranti che ricevono una risposta negativa dopo attese che possono durare anche fino a due anni. Gori auspica inoltre un giro di vite nell'ambito degli accordi con i Paesi d'origine dei migranti, al fine di facilitare i rimpatri per chi viene respinto dalle commissioni d'asilo.

Nel frattempo, sottolinea perlò il sindaco "si deve trovare una soluzione diversa, anche temporanea, per evitare che i giovani finiscano nelle mani della microcriminalità."

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