Cronache

Migranti, i timori del governo: "Maxi ondata da metà maggio"

La chiusura della rotta balcanica fa temere per una ripresa in grande stile degli sbarchi in Sicilia. Il governo starebbe facendo pressioni sulla Nato per una missione anti-scafisti sul modello di quella in atto nell'Egeo: si preme per averla entro luglio

Migranti, i timori del governo: "Maxi ondata da metà maggio"

Ci sarebbe già una data: il 15 maggio. È questo il giorno x a partire da cui le forze di polizia italiane si preparano a sostenere l'urto di una nuova ondata di sbarchi, secondo quanto riferisce Repubblica citando fonti del Viminale.

Il ministero dell'Interno ovviamente non si sbilancia in dichiarazioni ufficiali, ma i tecnici del dicastero di Angelino Alfano sussurrano a mezza bocca un numero che fa paura: duecentomila migranti. Tanti potrebbero essere gli arrivi previsti per l'anno in corso, in aumento sia rispetto al 153mila del 2015 sia ai 170mila del 2014.

Da inizio anno sono già arrivati sulle nostre coste 28.600 disperati, più o meno quanti ne erano sbarcati nello stesso periodo dell'anno precedente. Rispetto al 2015, però, il nostro Paese deve affrontare la chiusura della rotta balcanica, sigillata dall'accordo tra Ue e Turchia e sorvegliata speciale da parte di tutti gli osservatori.

Al rischio di un capovolgimento della situazione a svantaggio dell'Italia ha dedicato un lungo editoriale anche il Washington Post, che sottolinea come anche i numeri non eccezionali fatti registrare sinora hanno provocato reazioni allarmate in tutti i Paesi confinanti con il nostro. "L'Italia teme un'escalation negli arrivi - scrive il quotidiano statunitense - E sta già esercitando pressioni sulla Nato perché avvii una grande missione al largo delle coste libiche a partire da luglio. Una missione simile a quella già in atto per il contrasto agli scafisti in atto nell'Egeo."

A preoccupare i tecnici del Viminale sono anche i dati che arrivano dalla Grecia, dove viene segnalato un netto calo nel numero delle partenze dalla Turchia. Ad aprile sono state 3209 le persone arrivate dalla penisola anatolica, contro le 13556 dello stesso periodo del 2015. Gli africani hanno già ripreso a muoversi verso l'Europa lungo la rotta libica e non è escluso che altrettanto potrebbe fare anche buona parte dei siriani, spesso respinti con metodi spicci alla frontiera turca.

A preoccupare, poi, sono i dati relativi ai migranti già inseriti nel sistema nazionale d'accoglienza: nei centri e nelle strutture temporanee sono ospitati 113mila profughi, contro i 103mila del 2015 e i 66mila del 2014.

Impalpabile, infine, l'aiuto dell'Europa: dei 39600 migranti che dovevano essere ricollocati negli altri Paesi Ue, appena 591 hanno lasciato il nostro Paese.

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