Cronache

"Mio figlio sciolto nell'acido, se trovo Brusca per strada..."

Torna in libertà Giovanni Brusca. La rabbia dei parenti delle vittime, in particolare di Santino Di Matteo, papà di Giuseppe, il bambino sciolto nell'acido

"Mio figlio sciolto nell'acido, se trovo Brusca per strada..."

L'11 gennaio di 25 anni fa veniva ucciso, sciolto nell'acido, Giuseppe di Matteo, bambino di soli 13 anni, figlio di Santino. La sua colpa, per chi ha commesso l'atrocità, è che il padre dopo aver fatto parte per tanti anni di Cosa Nostra si fosse finalmente pentito e soprattutto fosse disposto a parlare.

Gli esecutori dell'omicidio, su ordine di Riina, sono stati i fratelli Brusca, Enzo ma soprattutto Giovanni che ieri ha lasciato il penitenziario di Rebibbia, con 45 giorni di anticipo rispetto alla fine della condanna. Giovanni Brusca, inoltre, è colui che ha azionato il telecomando nella strage di Capaci uccidendo il giudice Falcone, la moglie e gli agenti della scorta. Se tutto ciò non bastasse, è il responsabile di oltre 150 omicidi, talmente tanti che, come ha dichiarato più volte, non riesce neanche a ricordarli tutti.

La sua libertà ha lasciato sbigottita l'Italia intera soprattutto perché arriva un anno e mezzo dopo la decisione della Corte di Cassazione di respingere la sua richiesta di domiciliari. Nelle motivazioni di quella sentenza è possibile leggere: "la gravità dei reati commessi da Brusca e la caratura criminale che lo stesso ha dimostrato nella sua vita di possedere portano a considerare non ancora acquisita la prova certa e definitiva del suo ravvedimento".

Tra i più indignati c'è Santino Di Matteo, il papà di Giuseppe, il bambino sciolto nell'acido per non far ritrovare sue tracce, il quale in un'intervista al Corriere.it dichiara: "Dopo trent’anni mi fanno ancora testimoniare ai processi. Io vado per dire quello che so. Ma a che cosa serve se poi lo stesso Stato si lascia fregare da un imbroglione, da un depistatore, da questa feccia dell'umanità?".

Interrogato sul funzionamento, o meno, della giustizia il collaboratore ha affermato di non trovare le parole per spiegare la sua amarezza. "È passato meno di un anno da quando avevano liberato un carceriere di mio figlio, a Ganci, il paesino delle Madonie, uno dei posti del calvario. Ma la verità è che tutti i sorveglianti e gli aguzzini della mia creatura sono liberi. Tutti a casa. E ora va a casa pure il capo che organizzò e decise tutto. Lo stesso boia di Capaci. Si può dire boia? Lo posso dire io?".

E ancora: "La legge non può essere uguale per questa gente. Brusca non merita niente. Oltre mio figlio, ha pure ucciso una ragazza incinta di 23 anni, Antonella Bonomo, dopo avere torturato il fidanzato. Strangolata, senza motivo, senza che sapesse niente di affari e cosacce loro. Questa gente non fa parte dell’umanità". Brusca torna in libertà per una legge voluta dal giudice Falcone in quanto pentito, nonostante, per dirlo con le parole della sorella del giudice ucciso a Capaci, "un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso".

Santino, a differenza di qualche magistrato, non ritiene minimamente possibile che Brusca possa essere cambiato e anzi, afferma che la cosa più giusta sarebbe stata che la sua esistenza finisse come "suo ‘parrino’, Riina", morto in carcere. "Giornali e Tv ne parleranno per due giorni, poi il silenzio trionferà e quel mascalzone si godrà la libertà. Ormai so come va l’Italia. E mi faccio il sangue amaro", continua Di Matteo che parla da una località segreta.

La sua unica speranza è di"non incontrarlo mai, come chiedo al Signore" perché "se dovesse succedere, non so che cosa potrebbe accadere". "Si dimentica che 'u verru, il maiale come chiamavano Brusca, conosceva Giuseppe, mio figlio, da bambino. Ci giocava insieme con la play station. Eppure, l’ha fatto sciogliere nell’acido. E questo orrore si paga in vent’anni? Io non posso piangere nemmeno su una tomba e lui lo immagino pronto a farsi una passeggiata. Magari ad Altofonte.

O in un caffè davanti al Teatro Massimo di Palermo".

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