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Mogherini si prostra al sultano turco In Europa comandano già i filo arabi

La Mogherini si prostra al sultano turco Erdogan: silurato l'ambasciatore dell'Unione europea critico con Ankara

Mogherini si prostra al sultano turco In Europa comandano già i filo arabi

Federica Mogherini si è piegata al «sultano» turco, silurando l'ambasciatore dell'Unione Europea ad Ankara. Il diplomatico tedesco Hansjörg Haber si è reso colpevole di lesa maestà per aver sollevato delle critiche sull'approccio della Turchia nei confronti della Ue e degli accordi sui migranti e sulla liberalizzazione di visti gestiti dal presidente Recep Tayyip Erdogan. L'ambasciatore ha confermato le dimissioni d opo essere stato nominato dalla stessa Mogherini, Alto rappresentante della politica estera europea, appena lo scorso 31 agosto. Un mandato lampo che, secondo il quotidiano Wall Street Journal, è stato troncato perché il diplomatico rischiava di venire considerato a breve «persona non grata» per le critiche al governo turco.

La decisione «è stata presa a Bruxelles nelle scorse settimane» da Mogherini. Non a caso la sua portavoce, Maja Kocijancic, ha dichiarato che «il successore verrà nominato rapidamente. Come Unione europea continueremo a lavorare con la Turchia, che è un partner chiave ed un Paese candidato all'adesione. Dobbiamo energizzare (di nuovo) le relazioni».

La notizia del siluramento è trapelata ieri in concomitanza con il rapporto sui progressi della Turchia per ottenere la liberalizzazione dei visti per la Ue. Il commissario europeo, Dimitris Avramopoulos, ha annunciato che i turchi «hanno dato dei risultati spettacolari, ma restano ancora dei requisiti da soddisfare. Stiamo lavorando per raggiungere questo scopo». Una mezza bacchettata ad Ankara, che vuole subito la liberalizzazione dei visti, mitigata dall'offerta su un piatto d'argento della testa dell'ambasciatore Ue.

Proprio Haber aveva sottolineato il 13 maggio l'approccio poco soddisfacente della Turchia utilizzando un proverbio: «Parti come un turco e finisci tedesco». Un modo per sottolineare la precisione ed il rispetto delle regole di stampo germanico. L'ambasciatore, però, aveva aggiunto, riferendosi al rispetto dei criteri richiesti dalla Ue ad Ankara: «Ci troviamo di fronte al contrario. Si è partiti come un tedesco per finire come un turco». Il governo di Ankara ha accusato il diplomatico di aver offeso il popolo ed il presidente Erdogan. Il capo dello Stato aveva chiuso l'accordo con l'Europa sullo stop ai migranti in cambio della liberalizzazione dei visti e di 6 miliardi di euro di aiuti per i rifugiati siriani ospitati dalla Turchia. Più volte Erdogan ha minacciato di far saltare tutto se i turchi non ottengono la liberalizzazione dei visti entro il primo luglio. Omer Celik, ministro per i Rapporti con la Ue, aveva annunciato in tv che il lavoro dell'ambasciatore Haber «non ha più alcuna funzione o significato».

Lo scorso maggio Bruxelles aveva raccomandato ad Ankara i 72 criteri da adottare. Martedì il primo ministro turco Binali Yildirim si è lamentato che la Ue ha creato un ostacolo dell'ultimo minuto chiedendo che vengano cambiate le misure antiterrorismo. E aggiunto che «è fuori discussione».

In riferimento al pugno di ferro contro i curdi, l'ambasciatore Haber aveva dichiarato che «la definizione della Turchia del terrorismo è eccessivamente ampia e soggetta ad abusi». Lo stesso ministro dell'Interno tedesco, Thomas de Maiziere, ha ribadito che «se tutti i criteri non verranno rispettati non ci sarà liberalizzazione dei visti». Emily, la moglie di Haber, è il segretario di Stato tedesco agli Interni responsabile per sicurezza, immigrazione ed integrazione. Il diplomatico fatto fuori da Mogherini non è un novellino. Prima dell'incarico ad Ankara era ambasciatore tedesco in Egitto e durante la sua carriera è stato assegnato all'ambasciata in Turchia fra il 1992 ed il 1996.

La rappresentante italiana della politica estera Ue, piuttosto che entrare in rotta di collisione con il «sultano» Erdogan, ha sacrificato il diplomatico irritando anche la Germania. L'altro braccio di ferro fra le autorità turche e la Ue, che ha coinvolto Haber, riguarda i 6 miliardi di euro pattuiti con la Turchia per fermare il flusso di migranti dalla rotta balcanica. Secondo lo stesso Erdogan i pagamenti delle rate arrivano troppo lentamente, nonostante Bruxelles sgancerà 1 miliardo di euro il primo luglio.

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