Politica

Moriremo slovacchi

Moriremo slovacchi

Secondo Marco Travaglio è falso che «il governo italiano, unico e isolato in Europa, si è schierato con il governatore venezuelano Maduro», perché «sulla stessa nostra posizione ci sono il Vaticano, Grecia, Romania, Bulgaria, Slovacchia e Irlanda». Avendo anche noi sostenuto la tesi «falsa», chiediamo scusa ai lettori, ai quali a questo punto dobbiamo una spiegazione. Pensavamo che volendo definire una posizione dell'Italia avesse più senso confrontarla con le potenze economiche dell'Europa invece che con quella dello Stato del Vaticano (poco più di un cortile) o di Paesi che - detto con rispetto ai loro cittadini - risultano marginali un po' da tutti i punti di vista.

Fino a prima dell'avvento di questo governo l'Italia aveva come parametri di riferimento, non senza contrasti, la Germania, la Francia, l'Inghilterra. Oggi, con Di Maio e Di Battista, i nostri paragoni e/o alleati sono cambiati. C'è l'Irlanda, quattro milioni di abitanti, che si è salvata dalla bancarotta convertendosi in paradiso fiscale; c'è la Slovacchia, ex blocco comunista, cinque milioni di abitanti, dediti per lo più alla coltivazione delle patate; c'è la Bulgaria, sette milioni di persone concentrate attorno a una sola città, Sofia; c'è la Romania, meno di un terzo della nostra popolazione, sopravvissuta grazie a un megaprestito del Fondo monetario internazionale, Paese prevalentemente agricolo dov'è ancora in uso l'aratro trainato dai buoi.

È vero - come scrive Travaglio -, non siamo gli unici in Europa ad astenersi sul Venezuela. Aggiungo: purtroppo, perché - vista l'allegra compagnia - forse sarebbe meglio se fossimo «gli unici». Non ho nulla contro slovacchi, bulgari e vaticani, ma se devo pensare al futuro dei nostri figli preferirei buoni rapporti, e convergenza di vedute, con inglesi e tedeschi.

La verità è che questo governo ci sta tirando giù. I tanto discussi leader del passato sedevano ai tavoli dove, bene o male, si provava a costruire qualche cosa. Di Maio invece è andato a incontrare il capo dei gilet gialli, tale Christophe Chalençon che ogni sabato guida i teppisti che distruggono a mazzate Parigi. Se abbiamo come riferimenti la Slovacchia e Chalençon è inevitabile, come certificato anche ieri, che l'Italia sprofondi: dimmi chi frequenti e ti dirò chi sei.

E chi sarai.

Commenti