Cronache

È morto Flavio Carboni, l'uomo dei tanti misteri italiani

L'uomo d'affari, al centro di alcuni dei grandi misteri italiani, aveva compiuto 90 anni da pochi giorni. L'avvocato: "Ha speso tutta la sua vita a difendersi da accuse grottesche"

È morto Flavio Carboni, l'uomo dei tanti misteri italiani

Ha perso la vita Flavio Carboni, l'uomo d'affari al centro di alcuni dei grandi misteri italiani. Il faccendiere aveva compiuto 90 anni da pochi giorni e, stando a quanto appreso e riferito dall'Adnkronos, nella notte sarebbe stato colpito da un infarto. A confermare all'Agi la sua scomparsa è stato l'avvocato Renato Borzone: "Poco fa i familiari mi hanno comunicato in lacrime il suo decesso". Carboni era stato tirato in ballo in alcuni dei principali grandi gialli italiani, come il crack del Banco Ambrosiano e l'omicidio di Roberto Calvi.

"Accuse grottesche"

L'avvocato Borzone ha fatto notare con amarezza che Carboni ha speso buona parte della sua vita "a difendersi da accuse grottesche che non hanno mai condotto a nessuna condanna definitiva, tranne quella per la bancarotta del vecchio Banco Ambrosiano". Tra le accuse più "grottesche" reputa ci siano il processo concluso con un'assoluzione sul cosiddetto omicidio di Roberto Calvi e il processo P3 "concluso con un nulla di fatto (per prescrizione)".

L'imprenditore sardo proprio pochi giorni fa era stato assolto dal Tribunale di Cagliari insieme ad altri imputati accusati a vario titolo di associazione per delinquere e trasferimento fraudolento di valori. L'accusa sosteneva che tra il 2009 al 2016 gli indagati avessero intestato a dei prestanome quote societarie (ma anche auto e polizze assicurative) per occultare la provenienza del denaro riconducibile allo stesso Carboni.

Borzone ha definito Carboni dal punto di vista squisitamente umano "di una simpatia unica, capace di slanci di grande generosità e di iniziative fuori dal comune". Ha ricordato ad esempio quando si costituì spontaneamente per il processo sulla morte di Calvi in una caserma dei carabinieri, "circondata da personale della Dia che intendeva ugualmente procedere all'arresto benchè lui si fosse già presentato".

"Mai stato nella P2"

Carboni aveva negato di aver conosciuto Gelli, di aver fatto parte della P2 e della massoneria in generale. "Che poi abbia conosciuto tanti personaggi di primissimo piano - come tutti a quell'epoca del resto - che potessero avere simpatie o aderire a logge è un'altra storia", aveva sottolineato nell'ultima intervista rilasciata all'Adnkronos l'11 marzo 2021.

Per Francesco Pazienza, ex 007, Carboni "non c'entrava assolutamente niente" con la P2. Non lo considera affatto l'uomo dei misteri: a suo giudizio era il classico personaggio italiano "che sapeva destreggiarsi magnificamente in mezzo ai casini del nostro Paese e ai misteri, che poi in Italia di misteri non ne esistono".

Pazienza ha fatto sapere di avere una famosa foto in cui si vede Carboni sotto braccio a Ciriaco De Mita il giorno stesso in cui De Mita fu eletto segretario della Dc prendendo il posto di Flaminio Piccoli: "Ci sarà un motivo, o no? Questo dimostra che Carboni era solo uno che sapeva destreggiarsi".

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