Cronache

Muore Caffarra, firmò i "dubia" sull'enciclica del Papa

È morto oggi il cardinale Carlo Caffarra, fu tra i quattro che scrissero al Papa per chiarire i "dubia" riguardo ad Amoris Laetitia

Muore Caffarra, firmò i "dubia" sull'enciclica del Papa

Il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo emerito di Bologna, è deceduto nella mattina di oggi, 6 settembre 2017. Aveva compiuto 79 anni. Nominato arcivescovo di Ferrara-Comaccio l'8 settembre 1995 da papa Giovanni Paolo, ricevette l'ordinazione episcopale il 21 ottobre successivo, nella cattedrale di Fidenza. Il 16 dicembre 2003 papa Giovanni Paolo II lo nominò arcivescovo di Bologna, succedendo così al cardinale Giacomo Biffi, poi deceduto. Ha concentrato la sua azione dottrinale sulle tematiche della famiglia e del matrimonio. Giovanni Paolo II, nel gennaio 1981, gli diede mandato di istitutire e presiedere il Pontificio Istituto "Giovanni Paolo II", finalizzato proprio agli studi riguardo queste tematiche.

Caffarra venne creato cardinale da Benedetto XVI nel 2006. Firmatario dei "dubia" su Amoris Laetita, insieme ai cardinali Walter Brandmüller, Raymond L. Burke e Joachim Meisner (da poco deceduto), aveva chiesto al Papa alcuni chiarimenti sull'esortazione apostolica in questione. Ha partecipato, inoltre, al Conclave del marzo 2013 che ha eletto Papa Francesco.

Tra le sue ultime "battaglie", quella per salvare Charlie Gard. Durante le fasi mediaticamente più rilevanti del caso, infatti, il cardinale Caffarra alzò il telefono per rilasciare una dichiarazione volta a far sì che la vita del piccolo londinese venisse salvata. "Siamo arrivati al capolinea della cultura della morte", disse l'arcivescovo emerito in quella circostanza, e ancora: "Sono le istituzioni pubbliche, i tribunali, a decidere se un bambino ha o non ha il diritto di vivere. Anche contro la volontà dei genitori. Abbiamo toccato il fondo delle barbarie...". Parole forti che provocarono una scossa interna anche nel mondo ecclesiastico. A quell'intervento, infatti, ne seguirono altri.

Caffarra è stato annoverato più volte nell'insieme di quelli che, semplificando, vengono definiti "conservatori". Ferme, infatti, le sue posizioni sull'unioni omosessuali, che ha definito "immorali", e sull'estesione delle coppie di fatto al welfare familiare.

"Dio vi giudicherà", disse ai consiglieri regionali emiliani che si apprestavano ad approvare questa legislazione.

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