Cronache

Mussolini cittadino onorario, dopo Salò anche Brescia pensa alla revoca

Dopo la città che fu capitale della Repubblica Sociale Italiana, anche Brescia vuole togliere la cittadinanza onoraria

Mussolini cittadino onorario, dopo Salò anche Brescia pensa alla revoca

Da Salò a Brescia, la nuova polemica al sapor di infotainment sulla cittadinanza onoraria di Benito Mussolini imperversa fino ad arrivare alla Loggia, sede del Municipio del capoluogo di provincia, amministrato dal Pd di Emilio Del Bono. È lì - a pochi passi da quella piazza della Vittoria fortemente voluta dal Duce e inaugurata nel 1932 con un suo discorso dall’arengario - che in queste ore si sta scavando infaticabilmente negli archivi storici.

Pare che lo spettro di Mussolini si aggiri ancora in città, nella forma di un atto ufficiale del 1924. Il suo ritrovamento direbbe che da 74 anni Mussolini è cittadino onorario di Brescia. "È necessaria una ricostruzione storica - spiega la capogruppo del Pd Laura Parenza -. Se venisse confermata la cittadinanza siamo pronti a presentare una mozione". Era il 24 maggio del 1924 quando l’allora commissario prefettizio Antonio Zanon deliberò il conferimento. Poi il vuoto. C'è chi sostiene che tra il 1945 e il 1946 l’onorificenza fu cancellata, ma di quel documento non c'è traccia. Il mistero resta.

Ma quello di Brescia non è certo un fatto isolato: in quei giorni del 1924 furono decine le amministrazioni che aderirono all'"operazione nazionale". E soltanto negli ultimi anni i Comuni italiani hanno cominciato ad approvare mozioni per revocare la decisione di 95 anni fa. Bergamo lo ha fatto il 13 marzo scorso, lunedì prossimo se ne discuterà a Salò, la capitale di quella che fu la Repubblica Sociale Italiana.

E se a Brescia la vicenda non ha scaldato particolarmente gli animi dei cittadini - che invece ancora oggi seguono con attenzione la polemica sulla mancata installazione della scultura fascista del Bigio - a Salò la cittadina sulle sponde del Garda si è letteralmente divisa in due, tra chi vuole cancellare il nome del Duce dalla storia degli archivi comunali e chi parla di psicosi ritenendolo un atto "talebano".

E di certo - questo è certo - lo scontro non si esaurirà oggi.

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