Cronache

"Troppa paura delle aggressioni". Nessuno vuole fare più il dottore in Sicilia

Deserti i bandi per i medici al pronto soccorso. Le domande presentate sono poco più delle metà dei posti disponibili

"Troppa paura delle aggressioni". Nessuno vuole fare più il dottore in Sicilia

Nessuno vuole fare più il medico, o almeno, nessuno vuole fare più il medico a certe condizioni. I camici bianchi siciliani denunciano stress e disagi, soprattutto in contesti ad alto rischio: su tutti i pronto soccorso sempre più spesso bersagli di aggressioni e liti tra il personale medico e i parenti dei pazienti.
Un rischio che sta portando al collasso l'intero sistema a causa anche di un mancato rinnovo generazionale. I sindacati denunciano una continua carenza di personale negli ospedali dell’Isola: dalle piante organiche, secondo l'Anaao Assomed Sicilia, mancherebbero almeno 2 mila medici ai quali se ne aggiungerà un altro centinaio in pensione entro fine anno. "Nei pronto soccorso i medici lavorano in condizioni esasperanti con turni estenuanti e con pochi giorni di riposo - afferma Antonino Palermo, segretario regionale dell’Anaao Assomed Sicilia -. Questo è uno dei motivi per cui i giovani medici non sono tanto allettati da questo tipo di lavoro. L’età media è di 55 anni già fin troppo alta. In tutta Italia è stato calcolato che andranno in pensione nei prossimi anni almeno 16 mila medici. Per far fronte a questo problema in alcune regioni come il Veneto, Toscana e Lombardia sono stati richiamati i medici in pensione, mentre in Molise sono stati reclutati i medici militari".

Sull'argomento è entrato a gamba tesa anche il governatore regionale Nello Musumeci. "Io sono assolutamente contrario al numero chiuso per la facoltà di Medicina all'Università. Consentiamo a tutti i ragazzi di iscriversi all'università, magari al secondo anno si fa una verifica del profitto di materie sostenute e a quel punto si può determinare una selezione. I nostri ospedali hanno bisogno di personale sanitario c'è tanta voglia di lavorare ma non troviamo medici. Purtroppo stiamo raccogliendo il frutto di una politica che negli anni non è stata lungimirante". Eppure in Molise per salvare gli ospedali si è pensato atappare le falle con i medici dell'Esercito. "In alcune regioni d'Italia, come il Molise, si è pensato di coinvolgere addirittura l'Esercito - prosegue Musumeci -. Insomma i medici militari. Mi sembra una soluzione da estrema ratio. Vorremmo che i medici in divisa potessero continuare a fare il proprio lavoro

Intanto il problema resta: mancano i medici, non c'è turnazione e il rischio sempre più concreto è quello di vedere ospedali in ginocchio per la carenza di personale. "Le cause dello sfascio sono molteplici - scrive in una lunga lettera Giuseppe Bonsignore, responsabile della Comunicazione del Cimo Sicilia -. Innanzitutto, l’ultradecennale blocco del turn over e dei concorsi pubblici non ha consentito il reintegro del personale perduto nel corso degli anni e il processo di stabilizzazione dei precari non ha fatto altro che sanare un’anomalia, senza nulla aggiungere agli striminziti organici di medici e infermieri. C’è poi, ad ostacolare e ritardare le nuove assunzioni, la complessità e la contraddittorietà delle norme vigenti in materia di procedure assunzionali che prevede il ricorso obbligatorio alla mobilità regionale ed interregionale prima di qualunque concorso a tempo indeterminato.

La Legge di Bilancio del dicembre scorso sembra aver cambiato le regole del gioco, introducendo la possibilità di espletare i concorsi, ma il tutto è subordinato all’adozione di un apposito Decreto attuativo la cui adozione era prevista entro due mesi dall’entrata in vigore ma di cui ancor oggi non c’è traccia".

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