Cronache

Noci, inneggiava all'Isis. Panettiere di origine albanese seguirà un percorso spirituale come misura di sorveglianza

Edmond Ahmetaj, panettiere 35enne cittadino italiano, ha accettato la decisione del Tribunale di Bari impugnata dalla Procura generale

Noci, inneggiava all'Isis. Panettiere di origine albanese seguirà un percorso spirituale come misura di sorveglianza

L'accusa è quella di apologia del terrorismo. Ma di singolare, la storia di Edmond Ahmetaj, cittadino italiano di origine albanese residente a Noci, in provincia di Bari, ha l'epilogo: il Tribunale di Bari ha applicato nei suoi confronti una misura di sorveglianza speciale inedita: dovrà seguire un percorso socio-spirituale con un imam, nella comunità islamica, per sradicare qualsiasi sentimento violento e permettergli di tornare a vivere in pace e serenità dentro la comunità pugliese.

Ahmetaj ha accettato l'applicazione della misura impugnata, tuttavia, dalla procura generale di Bari che teme si possa finire paradossalmente per iscrivere “la matrice religiosa – come si legge nelle carte della procura riportate dagli organi d'informazione – fra le libertà religiose tutelate dalla Costituzione”.

Fin qui l'esito della vicenda in pillole e va sottolineato come la misura non sia un obbligo ma un invito perché altrimenti, come sottolinea la magistratura di sorveglianza, si tratterebbe di una violazione del principio costituzionale di libertà religiosa. Tuttavia la procura generale evidenzia ancora il carattere “terapeutico” di questa “riabilitazione” religiosa ai fini proprio della difesa della libertà di culto.

Edmond Ahmetaj, panettiere 35enne, dovrà osservare la misura per due anni. Gli sarà vietato l'accesso a internet e avrà l'obbligo di dimora a Noci. L'uomo avrebbe espresso il suo credo radicale su Facebook, utilizzando il social per condividere filmati nei quali erano protagonisti gli uomini dell'Isis o post sugli attentati di Parigi in cui si disprezzavno i francesi e l'Occidente.

A condurre le indagini nei suoi confronti è stata la Direzione distrettuale antimafia di Bari che ha poi chiesto al Tribunale il provvedimento d'urgenza.

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