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Non bastano le unioni civili a renderci un paese civile

Quando usciremo dall'ipocrisia e capiremo che la sbandierata grande conquista è solo una casetta di fronte ai veri problemi da risolvere in Italia, allora penseremo davvero in modo moderno

Non bastano le unioni civili  a renderci un paese civile

Le unioni civili sono una cosetta. Anche le cosette sono importanti, ma restano comunque realtà modeste e se a loro si attribuisce enorme importanza, com'è nell'animo del presidente del Consiglio, vuole dire che la scala di valori non ha proprio tutti i gradini giusti.

Comunque, anche senza emozione, accolgo il fatto che nella nostra legislazione trovino posto le unioni civili. Una società liberale deve rispettare il pensiero e il sentimento di tutti, ma non mi si venga a dire che quelle unioni rappresentino una grande conquista civile che viene a colmare una grave lacuna giuridica.

Cosa si vorrebbe sostenere? Che chi non le prevede, per esempio un cattolico, è antiquato, reazionario? Sì, quest'idea la cova da almeno duecento anni l'ideologia illuminista con tutti i suoi disastri, a incominciare da ciò che ha combinato la sua arrogante tolleranza verso chi non la pensa allo stesso modo. Forse, si vorrebbe sostenere che la difesa culturale ed economica della famiglia, malinconicamente formata da un padre, una madre e un figlio nato dalla loro unione, sia qualcosa di superato o da superare per il migliore sviluppo civile della società?

Forse, si vorrebbe sostenere che il pensiero di un parroco di campagna e dei suoi ignoranti fedeli è quello che ritiene fondamentale la costruzione della società attraverso l'educazione dei figli da parte del padre e della madre? In una scala di valori in cui la struttura familiare tradizionale non è da rottamare, potrebbe stare ai primi posti anche la convinzione, oggi così fuori moda, che la maternità surrogata sia uno scandalo disgustoso che dovrebbe essere, innanzitutto, culturalmente rifiutato dalle donne.

Ma di cosa sta parlando questo qui - sento alzarsi il coro: la maternità surrogata, ovvero l'utero in affitto non c'entra niente con le unioni civili! Aspettate e vedrete. Anche perché questa grande conquista civile, nella sostanza, era già presente nel codice civile: bastava qualche modifica e qualche aggiunta. Ma se questo fosse stato fatto, non si sarebbe potuto elevare al cielo il vessillo ideologico contro l'oscurantismo tradizionalista che ha la pretesa di pensare la famiglia in modo tanto antiquato e convenzionale. Insomma, godiamoci questa grande conquista civile, come vuole il nostro presidente del Consiglio.

E dimentichiamo. Proprio così, dimentichiamo l'inciviltà delle tasse italiane, l'inciviltà della durata dei processi, della disoccupazione. Anzi, colgo l'occasione per far riflettere i giovani, a cui dedico tanto tempo (per lavoro), sul fatto che saranno anche disoccupati, ma che però adesso hanno le unioni civili. Vuoi mettere che grande conquista è quella, di fronte alla scemenza di non avere lavoro! E già che siamo in tema, sono sicuro che gli esodati brinderanno questa sera perché l'Italia finalmente ha ottenuto una grande conquista: le unioni civili. Ma sì, dipende tutto da quella benedetta scala di valori, e io finisco per sentirmi un conservatore rivoluzionario che ha l'ardire di non mettere ai primi posti di quella scala le unioni omosessuali ma il superamento di inaccettabili infamie come le vessazioni esattoriali, la giustizia malata, la disoccupazione, i giovani allo sbando.

Quando usciremo dall'ipocrisia e capiremo che la sbandierata grande conquista è solo una casetta di fronte ai veri problemi da risolvere in Italia, allora penseremo davvero in modo moderno.

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