Cronache

"Non hai posate, niente pranzo". Maestra vieta pasto ad alunno

È successo in una scuola primaria del torinese. Un alunno non ha potuto consumare il pasto con i compagni perché sprovvisto di posate

"Non hai posate, niente pranzo". Maestra vieta pasto ad alunno

"Non hai le posate, quindi niente pranzo". Così, ad un bimbo di terza elementare è stato negato il pasto in refettorio, insieme ai compagni di classe, solo perché era sprovvisto di posate.

Un divieto perentorio, quello imposto da una maestra all'alunno che aveva dimenticato la stoviglieria a casa. E che lascia innegabilmente interdetti. L'episodio è occorso ieri mattina, 5 novembre, alla scuola primaria Bruno Ciari di Grugliasco, comune alle porte di Torino.

È l'ora di pranzo, l'intera scolaresca è già adunata in mensa. Tutti gli studenti sono in procinto di consumare il pasto. Tutti o quasi. Perché un bimbo di terza elementare non può farlo. "Non hai le posate, - gli dice la maestra - quindi non puoi mangiare". Sia chiaro, non lo fa per cattiveria, ma per "eccesso di zelo" a fronte del regolamento d'istituto che non prevede la somministrazione di utensili o assistenza agli alunni provvisti (per scelta) di pranzo domestico. Inoltre, l'ordinamento esclude la possibilità che, in caso di dimenticanza di oggetti o effetti personali, i genitori possano recarsi a scuola durante l'orario delle lezioni. Un complesso di regole pensate a tutela dei giovanissimi studenti, certo, ma che fa inevitabilmente discutere.

"Erano tutti in refettorio - dice il papà del bimbo al Corriere della Sera - Cosa ci voleva a prestargli forchetta e coltello? Si sarebbe potuto risolvere tutto con un avviso sul diario, chiedendoci un po'di attenzione in più". A scanso di equivoci, va detto che la maestra ha subito telefonato ai familiari dell'alunno per informarli della situazione e che il nonno si è precipitato a scuola per recuperare il nipotino. Tuttavia, le perplessità sulla vicenda permangono. E la rabbia pure: "Per la questione del pasto domestico - continua il papà - non dobbiamo farci la guerra tra adulti. Una maestra dovrebbe avere cuore, è lei che ha la tutela del bambino quando è a scuola. Di fatto, gli ha vietato di mangiare. Due posate non si negano a nessuno".

Sul caso si è espresso anche il dirigente scolastico Alberto Francesco Cervia che non ha mancato di fare delle precisazioni al riguardo. "Chi porta il pranzo da casa non è iscritto a mensa - dichiara – e la ditta di ristorazione avrebbe potuto sollevare problemi per il prestito delle posate. Non abbiamo stabilito che i bambini devono usare delle posate in plastica riciclabile non quelle da casa in metallo. Forse, la maestra ha interpretato la norma in un modo un po' rigido.

Se ci fossimo parlati avremmo trovato un'altra soluzione".

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