Cronache

"Non sapeva fosse reato": così è stato assolto il passeur "umanitario"

Ecco perché è stato assolto il passeur umanitario Felix Croft

"Non sapeva fosse reato": così è stato assolto il passeur "umanitario"

Imperia - Era erroneamente convinto di aver agito nella legalità. Così, Felix Croft, 28 anni, di Nizza, il "passeur umanitario" che nel luglio del 2016 portò abusivamente una famiglia di sudanesi in Francia, passando dalla frontiera di Ventimiglia, in provincia di Imperia, è stato assolto dall'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Questo, in breve, è il messaggio contenuto nelle motivazioni della sentenza di primo grado, emessa il 27 aprile scorso, dal tribunale collegiale di Imperia. Dunque, non sempre vale il detto "Ignorantia legis non excusat" ovvero l'ignoranza della legge non è una scusa per commettere un reato. Sul caso di Croft - destinato a creare un precedente normativo in Italia - il giudice ha applicato due articoli, che sono valsi al giovane l'assoluzione con formula piena: il 12, comma 2 del Testo Unico sull'Immigrazione e il 59, quarto e ultimo comma, del Codice Penale.

In pratica, avendo saputo che quella famiglia era scappata dal Darfur, zona di guerra del Sudan e tra le più povere al mondo e che quindi avrebbe avuto diritto, anche in Francia, allo status di rifugiato, ha fatto salire tutti e cinque (marito, moglie, due bambini e il fratello del marito) a bordo della propria auto, una Citroen Xanthia, portandoli in direzione del confine, dove poi sono stati fermati. E se questa volta è andata bene - avendo avuto la meglio l'ipotesi della buona fede - la prossima, non ci sarà scusante che tenga. Croft, infatti, all'uscita del tribunale, dopo aver saputo di essere stato assolto, affermò di essere pronto a rifare un gesto del genere, convinto di agire legalmente. L'avvocato del giovane passeur ha espresso note di soddisfazione: "Le motivazioni di questa sentenza sono molto particolari e si basano su precisi contenuti normativi. A questo punto vorrei vedere se il pm (Grazia Pradella, che aveva chiesto 3 anni e 4 mesi, ndr) ricorrerà in Appello".

La sentenza ha già suscitato l'interesse di alcuni professori universitari.

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