Cronache

Non solo espresso e pizza La lingua di Dante fa boom

Crescono coloro che la studiano nel mondo Da latte a piccolo, nuove parole si impongono

Non solo espresso e pizza La lingua di Dante fa boom

Imparare a masticare l’italiano nel modo corretto. Non solo «ciao» e non solo «pizza». Inciampare nei modi di dire e rialzarsi, scoprendo il loro significato. Riconoscere un congiuntivo e usarlo in maniera appropriato. Ma anche un condizionale o un semplice indicativo. Sempre più persone hanno deciso di mettersi alla prova imparando la lingua di Dante, tanto che cresce il numero degli studenti di italiano nel mondo: nell’anno scolastico 2014-2015 sono stati complessivamente 2 milioni e 233mila. Per amore dell’Italia, per curiosità o perché magari può servire per il proprio lavoro (anche se l’inglese in quel campo ha pochi rivali), i motivi possono essere i più diversi, ma resta il dato di fatto che quei numeri sono in costante aumento rispetto al passato: erano 1 milione e 700mila nel 2013-14 e 1,5 milioni nel 2012-13. Numeri e dati snocciolati durante Gli stati Generali della lingua italiana nel mondo, che sono stati aperti ieri a Firenze e si chiuderanno oggi, evento dedicato ad approfondire il tema della promozione linguistica e culturale all’estero e inserito all’interno della XVI Settimana della lingua italiana nel mondo. Tra i Paesi stranieri dove lo studio dell'italiano è più diffuso spicca la Germania, che ha 337mila studenti di italiano, l'Australia 326mila, la Francia 274mila e gli Stati Uniti con 212mila studenti. Anche in Egitto le persone appassionate della lingua di Dante e che hanno deciso di imparare ad usarla sono tante, circa 125mila studenti. Ma ci sono studenti, pochi, pochissimi, ma presenti, anche in Paesi che non ti aspetti: come la Corea del Nord, 13 studenti, e lo Sri Lanka, il Qatar e il Bahrein dove gli allievi raggiungono quota 15. Fanalino di coda il Bangladesh, sono appena 10. Per capire qual è lo stato di salute della lingua italiana e quante persone stanno dedicando tempo ed energia al suo studio, sono stati presi in esame non solo i luoghi strutturati (le università gli istituti italiani di cultura, le scuole italiane statali e paritarie), ma anche, per quanto possibile, altre realtà come le associazioni culturali, le scuole di lingue locali o quelle popolari. Perché una nuova lingua italiana si impara in contesti e modi diversi. Ieri inoltre è stato presentato anche il portale www.linguaitaliana.esteri.it, realizzato dal ministero degli Esteri, pensato per rendere accessibili al pubblico tutte le informazioni sullo studio della lingua italiana nel mondo (da ieri è online). Insomma, l’italiano, a guardare quei numeri, pare goda di buona salute, considerato che sono sempre di più nel mondo le persone che lo parlano o stanno imparando a farlo. Fenomeno in crescita, dicevamo, tanto che già nel 2014 la lingua di Dante era la quarta lingua più studiata al mondo (la quinta nel 2012). Un elemento di novità nel panorama della certificazione della conoscenza della lingua italiana come lingua straniera si è avuto con la creazione del sistema unico di Certificazione Lingua Italiana di Qualità - CLIQ - che riunisce sotto un unico marchio di qualità i quattro enti certificatori. Ma se proprio i corsi non bastano, per imparare a usare correttamente parole e modi di dire, ci si può sempre affidare anche alla rete: ci sono molti video amatoriali, in cui ci si rivolge proprio agli stranieri, che magari pensano di parlare correttamente l’italiano e invece no. Un esempio? «Se volete una pizza con il salame piccante, non dovete ordinare una pizza coi peperoni. I peperoni sono un’altra cosa», spiega un ragazzo in inglese.

D’altra parte, imparare una nuova lingua è sempre utile, anche a tavola.

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