Cronache

«Nuove sfide sempre al servizio della nautica»

Il nuovo ruolo del past president Ucina oggi al vertice dei Saloni Nautici Spa

Dopo due mandati pieni ai vertici di Ucina-Confindustria Nautica, Anton Francesco Albertoni cambia «look» e si cala nei panni di presidente dei Saloni Nautici Spa, la nuova società che gestirà, da oggi in poi, rassegne ed eveni nautici in Italia e altrove, se necessario. Da sottolineare, in particolare, i suoi ultimi anni al timone di Ucina. Gli anni più bui che la nautica ricordi.

Anni in cui Albertoni ha dovuto fare i conti con la crisi, certamente. Ma, soprattutto con un «regime» politico-fiscale che, come ha più volte sottolineato lo stesso Albertoni, ha volutamente «desertificato il settore della nautica». Pur tuttavia, il past president, prima di congedarsi, ha portato a casa risultati importanti che oggi tutti gli riconoscono: il registro telematico delle imbarcazioni, il nuovo redditometro, l'Iva al 10% per i marina resort. Oltre ad aver vinto la guerra della famigerata tassa di stazionamento.

Presidente, si riparte.

«Le battaglie dure, soli contro tutti, sono acqua passata. Qualcosa di buono, comunque, è stato fatto. Guardiamo avanti. Mi sono calato nel nuovo ruolo ed è una grande soddisfazione perché questo nuovo incarico mi consente di rimanere al servizio delle aziende del comparto, mio obiettivo da sempre. Ma è anche un ruolo che mi fa vivere un'avventura diversa, una nuova sfida, a livello personale».

I Saloni Nautici Spa hanno già mosso i primi passi organizzando Genova 2014. Con quante e quali le difficoltà?

«Intanto credo di dover ringraziare tutta la squadra. Non era affatto scontato che dipendenti di una società pubblica come Fiera e quelli di un'associazione privata come Ucina, riuscissero a lavorare così bene. Con una grande soddisfazione per il prodotto finale, in questo caso il Salone Nautico di Genova, fiore all'occhiello dell'industria nautica italiana. Un salone che ancora una volta ha saputo innovare per seguire il mercato. È questo il compito delle fiere: anticipare le esigenze delle aziende espositrici e dare risposte concrete agli operatori e, più in generale, ai visitatori».

Quali sono le differenze più marcate con il 2013?

«Quest'anno l'esperienza di visita sarà diversa. L'anno scorso il Salone si è caratterizzato con un forte segno architettonico: il ricordo del muro rosso che ci siamo portati a casa. Oltre a riconfermare un layout innovativo dal punto di vista progettuale, questa edizione affronta una sfida ancora più difficile: trasmettere emozioni. In altre parole significa offrire al visitatore, oltre alla panoramica internazionale dell'offerta più trasversale possibile, dalla barchetta al megayacht, dall'accessorio alla componentistica, anche l'emozione di toccare con mano altri comparti del made in Italy ».

Quali, ad esempio?

«Oltre al design, che comunque abbiamo sempre sentito molto nostro, quest'anno ospitiamo anche l'eccellenza del food. Da qui nasce l'accordo con Eataly per offrire all'utenza e ai visitatori questa nuova emozione. Di vita e di qualità».

Quindi, fuori i mercanti (focaccerie a cielo aperto) dal tempio. È così?

«Assolutamente sì. Anche in questo caso vogliamo puntare tutto sulla qualità del nostro food, altra eccellenza che il mondo ci invidia».

Un'occhiata ai numeri.

«Tendenzialmente sono quelli del 2013. Tuttavia ci sono dei comparti che sono migliorati parecchio. Come la piccola nautica, le barche con motori fuoribordo. Voglio ricordare che negli Stati Uniti, il fuoribordo ha sostituito gli entrofuoribordo in una percentuale molto alta. Da quelle parti sono sempre più avanti...

Ma la grande sfida è quella della vela riportata al centro del Salone».

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