Cronache

Più di 200 migranti contagiati? Perché è esploso il Coronavirus

Casi quasi raddoppiati nell'ex Caserma Serena di Treviso: nel rimbalzo di responsabilità emerge il distanziamento mai avvenuto tra i migranti positivi e il resto degli ospiti

Più di 200 migranti contagiati? Perché è esploso il Coronavirus

L'ex Caserma Serena di Treviso è probabilmente l'emblema della cattiva gestione dei migranti nel nostro Paese, l'esempio di come il sistema di accoglienza approssimativo abbia dato vita a una serie di errori dal potenziale epidemiologico altissimo. Sono attualmente oltre 250 i contagi all'interno della struttura, esattamente 246 migranti e 11 operatori. Tutto è nato a giugno da uno operatore pakistano di rientro dal suo Paese, ricoverato per Covid. Lui è il paziente 0 del più grande focolaio del Paese, dove sono stati contagiati quasi tutti i richiedenti asilo ospitati.

Che la situazione fosse ormai degenerata lo si è capito il 30 luglio con la scoperta di oltre 130 positività, che al secondo giro di tamponi sono aumentate di oltre 150 unità in appena una settimana. Una situazione sfuggita di mano su cui adesso si fa all'italiana, con una catena di scarica barile sulle responsabilità di quanto accaduto. Il sindaco Mario Conte è giustamente preoccupato e dal canto suo ha intenzione di andare fino in fondo per individuare le responsabilità di una "bomba sanitaria" di simile portata, mentre Matteo Salvini punta i riflettori alla base del problema, ossia al "governo che spalanca i porti e mette in pericolo l'Italia".

Il direttore nella Nova Facility, che gestisce l'hub di accoglienza ammette che a giugno "dopo otto giorni, la quarantena è stata dichiarata conclusa senza che gli ospiti venissero sottoposti a un nuovo tampone". A questa lettura della crisi si allinea Arturo Gianlorenzo Marinese, candidato del centrosinistra alle regionali, secondo il quale ci sono "carenze nel monitoraggio sanitario", pr quella che è diventato "una vergogna nazionale". Tuttavia la Usl non ci sta ad assumersi la colpa: "Il protocollo non prevedeva un nuovo giro di test e comunque all'interno della struttura non ci sono le condizioni di sicurezza". Il riferimento della Usl è anche ai fatti di giugno, quando i migranti aggredirono e sequestrano in guardiola i medici che si erano recati all'ex Caserma Serena per un controllo.

Vista l'impennata dei contagi in una settimana, ammettendo che non siano direttamente collegati a quelli di giugno, com'è possibile che i 137 positivi di luglio siano stati lasciati nelle condizioni di contagiare un numero quasi pari di ospiti? Il motivo è sconcertante: i positivi non sono mai stati divisi dai negativi. Il progetto di realizzare un'ala dell'ex Caserma Serena in cui tenere in isolamento i richiedenti asilo positivi ai tamponi non si è mai realizzato. Grazie a questa scelta i migranti hanno sempre condiviso gli spazi comuni e le camerate.

Addirittura sono state organizzate feste all'interno dell'ex Caserma Serena, con tanto di musica ad alto volumo fino a notte inoltrata.

Per Marinese la colpa è dei soliti "10 facinorosi" tra gli immigrati, che hanno rifiutato di trasferirsi perché "il Covid non esiste". In questa situazione lui ha affermato di non avere "l'autorità per costringerli a fare le valigie né a indossare le mascherine o a usare il disinfettante". Questa ricostruzione viene confermata dal prefetto di Treviso: "Non ci sono i presupposti di legge. La norma impone di stare in quarantena, non di chiudere le persone in un recinto o in una stanza". La Usl, però, continua a puntare il dito sulla cooperativa: "Ciò che è accaduto dipende dal mancato rispetto delle norme di distanziamento. Il campanello d'allarme doveva darlo la coop, garantendo l'isolamento nella palazzina e l'uso delle mascherine". Questo cortocircuito ha generato una vera e propria bomba sanitaria che adesso preoccupa l'intera comunità.

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