Cronache

Ora il cardinale Pell finisce in un carcere di massima sicurezza

Il cardinale George Pell è stato condotto in un carcere di massima sicurezza. Il motivo? Un drone ha cercato di carpire delle immagini

Ora il cardinale Pell finisce in un carcere di massima sicurezza

Il cardinale George Pell, l'uomo che Papa Francesco aveva scelto per guidare la Segreteria per l'Economia - il cosiddetto "numero 3 del Vaticano" - ma che ha dovuto dire addio all'incarico dopo essere stato condannato in Australia per un caso di abusi ai danni di due minori, non si trova più soltanto in regime isolamento, com'era stato disposto in seguito alle sentenze, ma all'interno di un carcere di massima sicurezza. Un dettaglio che ha una spiegazione davvero particolare.

Questo cambiamento di luogo detentivo, infatti, non è derivato dall'aggravarsi del quadro giudiziario, che è ancora in discussione e che sarà sottoposto ad un ulteriore grado di giudizio durante la prossima primavera, ma da un elemento esterno alla vicenda processuale in sè. Un drone, infatti, stando pure a quanto riportato da IlMessaggero, avrebbe interessato il luogo in cui il cardinale George Pell era detenuto, facendo insospettire gli organi deputati ad intervenire. L'ipotesi è presto detta: il velivolo sarebbe potuto servire - non è chiaro a chi - a scattare delle fotografie. Dunque Pell è stato condotto altrove, per evitare che delle immagini venissero captate o che i tentativi via drone si ripetessero nel corso del tempo. La notizia è stata data dall'Associated Press.

Quanto accaduto attorno al porporato australiano nel corso di questi ultimi anni continua a far discutere. Pell sarebbe dovuto essere l'uomo della trasparenza. Jorge Mario Bergoglio ha fatto del cambio di rotta sulle finanze vaticane uno dei suoi capisaldi. Ma la bufera ha evitato che Pell potesse confrontarsi con la gestione di un Dicastero così centrale per la Santa Sede e per la vita pubblica della Chiesa cattolica. Da un punto di vista mediatico, vale la pena ricordare come Sky Australia abbia di recente mandato in onda un documentario che sembra confermare le tesi degli innocentisti. L'opinione dei cattolici è compatta: sono in molti a credere nella innocenza dell'alto ecclesiastico, che non ha mai ammesso di essere colpevole.

Il "fronte conservatore", cui Pell in qualche modo appartiene, confida negli sviluppi futuri e spera che marzo possa essere il mese in cui la condanna verrà rivisitata. L'ultimo grado di giudizio metterà, in un caso o nell'altro, la parola fine alla fase processuale. Possibile che un dibattito rimanga comunque attuale. L'Australia, del resto, è tra le nazioni più decise a far fronte in maniera autonoma agli episodi di abusi perpetrati da ecclesiastici. Si ragiona persino di una serie di interventi legislativi. Uno, che gli ecclesiastici non vogliono accettare, riguarda l'abolizione del segreto confessionale.

Durante le feste natalizie, è balzato agli onori delle cronache come Pell non abbia potuto celebrare la Messa. In questi giorni, poi, la storia del drone.

Tra un paio di mesi, secondo le previsioni, saremo finalmente in grado di conoscere la sentenza definitva.

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